0+0=0. La più semplice operazione aritmetica risulta indigesta per sei comuni del ragusano, stando almeno ai fondi previsti dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per le mense scolastiche.
Il riepilogo
Come già anticipato da ragusaoggi.it, sono stati soltanto quattro su dodici i comuni che hanno presentato progetti al ministero competente per dotare le proprie scuole delle infrastrutture necessarie ad attivare il servizio di preparazione e somministrazione dei pasti al termine della sessione mattutina delle lezioni. Il tempo necessario per costruire i nuovi locali e Vittoria (2 progetti per 1,5 mln di euro), Ragusa (1 progetto per 60mila euro), Acate (1 progetto per 430mila euro) e Santa Croce Camerina (1 progetto per 320mila euro) potranno offrire il tempo pieno nelle scuole dell’Infanzia e nella Primaria.
La Sicilia è la regione in cui più incide la povertà alimentare minorile, ma nell’Isola sono stati approvati soltanto 43 progetti per 18 milioni di euro. In pratica, tutti quelli presentati.
Una circostanza che desta ombre sull’operato di sei comuni iblei. Perché sei e non otto? Perché uno, con una certa sorpresa, è quasi ai livelli delle città del Nord Italia, dove le mense scolastiche sono la norma da oltre quarant’anni, mentre l’altro ha 1 mensa su 3 edifici.
Dati 2020 e pochissimi cambiamenti
Dati aggiornati, disponibili su Openpolis, danno il quadro fermo al 2020. Da allora, quasi nulla è cambiato, se non nei fondi in arrivo.
Vittoria (37 edifici scolastici), Acate (8 edifici) e Santa Camerina (5) erano allo 0% di scuole con mensa, Ragusa (46 edifici scolastici) al 4,3%. Nel prossimo futuro avranno 5 mense. Non è molto, tuttavia l’operato di questi Comuni merita i complimenti della collettività, perché i 2.850.000 euro che saranno utilizzati per costruire le nuove mense innescheranno diversi benefici. Daranno lavoro a operai edili certamente, ma non solo. Ci saranno nuovi posti di lavoro nelle aziende che si aggiudicheranno i servizi mensa comunali, serviranno più docenti e collaboratori scolastici. Più assunzioni e maggiori possibilità di trasferimento per insegnanti e personale Ata, attualmente in servizio altrove.
La provincia di Ragusa, tra l’altro, è fra le ultime in Italia per tempo pieno nella scuola Primaria mentre nel Sud, già al termine delle cinque classi fra i 6 e i 10 anni, gli alunni accusano ritardi nel tempo scuola e nella didattica. Per completezza dell’informazione, si ricorda che una minoranza di pedagogisti è contraria al tempo pieno in Infanzia e Primaria.
Comuni zero mense
Quest’ultimo sarebbe l’unico motivo per spiegare l’atteggiamento passivo dei Comuni di Modica, Comiso, Scicli, Ispica, Chiaramonte Gulfi, Giarratana. Nessuna giustificazione, in realtà, perché detti enti non hanno presentato domanda pur sapendo di non avere mense. Zero erano e zero rimangono. 0+0=0, come volevasi dimostrare.
Nel 2020, Modica aveva 52 edifici di cui 0% con mensa; Comiso, 25 edifici, 0%; Scicli, 24 edifici, 0%; Ispica, 12 edifici, 0%; Chiaramonte Gulfi, 6 edifici, 0%; Giarratana, 3 edifici, 0%.
Forse in tre anni qualcosina è cambiato. A ragusaoggi.it risulta, per esempio, l’attivazione del servizio mensa in una scuola di Modica Alta, ma è veramente poco nella città che vanta più edifici scolastici di tutta la provincia.
Si è detto molto sull’impreparazione di molti enti comunali nell’intercettazione dei fondi del Pnrr. Sulle mense scolastiche si è avuta conferma. Un vero peccato, perché questa è stata un’opportunità difficilmente ripetibile.
Magnifiche sorprese: Pozzallo e Monterosso Almo
Non sapevamo: Pozzallo è una ridente cittadina del Nord con i suoi 13 edifici scolastici, 8 dei quali con mensa, pari al 61,5%. E che dire di Monterosso Almo? Tre edifici, 1 dei quali con il servizio ristorazione, cioè il 33,3%. Tutto questo senza fondi del Pnrr, ma con evidente attenzione verso l’utenza scolastica e le famiglie. Quindi, si poteva e si può fare!