Mercoledì 10 Aprile 2013 il Centro Servizi Donne ha organizzato insieme al Coordinamento Donne Siciliane contro la violenza della donna l’ente di formazione CIOF –FP Sicilia un seminario presso l’Auditorium della parrocchia del Sacro Cuore di Modica dal titolo: Abbattiamo il muro del silenzio. La violenza sui minori: un fenomeno planetario.
Dopo il saluto da parte della Direttrice dell’Istituto e del primo cittadino di Modica, il Dott. Buscema il quale ha evidenziato la necessità di affrontare con onestà e fermezza la violenza di genere e sui minori, si sono avvicendate le correlatrici del convegno.
L’introduzione al tema è stato trattato dalla Presidente del Centro Servizi Donne provinciale, Romina Licciardi la quale ha illustrato alla numerosa platea di ragazzi e ragazze iscritti ai corsi di formazione in uscita dalla scuola media inferiore, oltre le attività svolte del Centro (orientamento al lavoro, corsi di formazione, sostegno antiviolenza psicologico e legale per donne, minori) l’importanza dell’approccio educativo contro la violenza di genere; la formazione è la base fondamentale per la crescita sana ed equilibrata di adulti non violenti. Le donne vittime di violenza, spesso non sono solo mogli o compagne ma sono madri di figli costretti ad assistere a scene di violenza pertanto, gli esiti negativi di danni esistenziali, si riflettono non soltanto sulle donne ma anche sui minori. Ciò nonostante, la cultura dei diritti del bambino ha una storia recente, basti solo citare che la “Carta dei Diritti dell’Infanzia” giunge soltanto nel 1989, quindi, l’impegno comune è quello di affermare il bambino come individuo soggetto di diritto e non oggetto plasmabile. La Presidente della Rete Centri Antiviolenza siciliana, Raffaella Mauceri dopo aver presentato le loro numerose attività svolte grazie all’operato gratuito e solidale di numerose donne che operano in tutta la regione, di cui fa parte il Centro Servizi Donne di Ragusa, ha relazionato sulla violenza acquisita dagli uomini: violenti non si nasce ma lo si diventa. Infatti, la violenza di genere inizia da piccoli a partire dai giochi per le bambine (bambole con carrozzine per donne adeguate al compito di crescere bambini) per i bambini (armi utili a distruggere), al linguaggio che sottolinea la connotazione dispregiativa riservata all’accezione femminile, ai ruoli importanti mancati delle donne nella società civile. La violenza degli uomini è il risultato del modo in cui imparano ad esprimere la loro mascolinità rispetto alle donne; ma essere violenti non paga, perché innanzitutto è un crimine e poi chi compie violenza la fa soprattutto a se stesso. L’avvocata Katia Fisicaro ha trattato brevemente le leggi a tutela dei minori e dell’infanzia che passano innanzitutto attraverso la Costituzione italiana a tutela degli interessi e diritti del singolo rispetto agli interessi della famiglia. Per quanto riguarda le misure specifiche contro la violenza domestica, ha citato la Legge 154 del 2001 che prevede misure contro la violenza nelle relazioni familiari e la Legge 149 del 2001 che predispone che in caso di maltrattamento l’allontanamento del maltrattante e non del maltrattato e del minore, come accadeva in passato. La psicologa-psicoterapeuta Margherita Cannata ha esposto le conseguenze psicologiche della violenza sui minori e le diverse tipologie di violenza che minacciano il sano sviluppo psicofisico del bambino: abuso fisico, psicologico, la patologia delle cure (incuria, discuria, ipercura), abuso sessuale, extrafamiliare, intrafamiliare, violenza assistita intrafamiliare. In ogni caso, ha sottolineato l’esperta, qualsiasi forma di abuso lascia un trauma nei confronti del quale il bambino reagisce manifestando disagio e sofferenza che va colto tempestivamente dalle famiglie e dagli Enti preposti. Altri incontri di sensibilizzazione al tema, saranno predisposti nel territorio ibleo da parte dell’Associazione Servizi Donne e dal Coordinamento Donne Siciliane contro la violenza della donna e minori.