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SFIGMO E FONENDO
06 Mag 2011 21:29
L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) colpisce circa il 50% degli uomini oltre i 50 anni e il 90% di quelli oltre gli 80;dà luogo a sintomi fastidiosi con minzione frequente, urgenza ad urinare, necessità di urinare la notte (nicturia), flusso urinario debole, intermittente con incapacità a svuotare la vescica fino al quadro della RAU (ritenzione acuta d’urina).
L’uomo con IPB potrà avere frequenti episodi di infezione delle vie urinari, potrà “fare” calcoli vescicali mentre è rara l’insufficienza renale. L’ipotesi del Cancro della prostata si scarta con una esplorazione rettale oltre che con l’esame del PSA e delle urine.
L’IPB si tratta con due classi di farmaci: gli alfa litici e gli inibitori della 5alfa reduttasi. I primi agiscono sulla muscolatura vescicale e dell’uretra prostatica e migliorano i sintomi, facilitando la minzione; alcuni hanno effetti ipotensivi cioè abbassano la pressione e quindi va monitorata la pressione arteriosa nei normotesi o negli ipertesi in trattamento; sul versante sessuale si può avere una eiaculazione retrograda. I secondi invece riducono lentamente il volume della prostata con miglioramento dei sintomi in 6-12 mesi , anche se come spiacevole effetto collaterale possono interferire sulla sfera sessuale del pz. Al momento si lascia preferire la terapia di associazione di entrambi i farmaci, che pare allontanare l’opzione chirurgica che è di scelta in chi non tollera la terapia farmacologica.
Come scelte chirurgiche mininvasive esistono: la TUNA (ablazione con ago transuretrale) e la TUMT (terapia transuretrale a micronde) in pz selezionati, ma il gold standard (cioè l’opzione migliore) è la TURP cioè la resezione transuretrale. Esistono altri metodi: quello con il laser ad Holmio (HoLEP) da risultati simili alla TURP mentre si afferma la tecnica di vaporizzazione fotoselettiva (PVP) che vaporizza il tessuto prostatico.
Per tutte le modalità di intervento esiste una probabilità variabile tra il 50 ed il 90% di eiaculazione retrograda mentre solo l’1% di rischio per la disfunzione erettile.
Il Cancro della prostata (CaP) ha un ampio spettro di presentazione ed occorre evitare il sovratrattamento, identificando le forme aggressive. Alla visita con esplorazione ,che può già indicare il sospetto,occorre aggiungere il dosaggio del PSA totale e libero (il dosaggio va fatto dopo 15/20 giorni dalla esplorazione rettale per evitare falsi positivi) con la ratio o meglio il rapporto tra i due valori, che ha valore se il PSA supera i 4 ng/ml oggi considerato il limite normale. Il sospetto va poi confermato dalla biopsia, anche se questa è gravata da molti falsi positivi. Controverso è lo screening di popolazione con il PSA, che può esporre inutilmente il pz a biopsie o a trattamenti non congrui;può essere utile la sorveglianza attiva con controlli frequenti (ogni 3/4 mesi) del PSA per seguirne l’evoluzione. La scelta terapeutica è data dalla progressione della malattia,dall’età del pz, dalle sue comorbilità, dall’attesa di vita dello stesso e non è facile per quanto varie siano le possibilità; dalla prostatectomia radicale alla radioterapia, dalla crioterapia a quella con ultrasuoni focali ad alta intensità a quella farmacologica con gli antiandrogeni.
Fondamentale la stretta collaborazione tra il Medico di Famiglia e l’Urologo.
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