Di Federalismo ne sono piene le pagine dei giornali e le voci di politici e editorialisti di tutti i colori, in specie dei toni del Verde. Federico Spandonaro, Economista dell’Università Tor Vergata dichiara: “La fase iniziale del Federalismo, considerato che le Regioni partono con situazioni diverse sarà lacrime e sangue e se si procederà senza sanare le differenze Regionali sarà un disastro”.
Aggiunge Americo Cicchetti della Cattolica: “C’è una grande iniquità che può causare un progressivo divario tra il Nord ed il Sud;l’effetto dei piani di rientro a cui sono sottoposte alcune Regioni Italiane è stato quello di operare tagli orizzontali invece che rendere il sistema più efficiente;oggi c’è il Fondo di perequazione che salva le Regioni con perfomance peggiori, ma dal 2013 queste dovranno essere pronte a farne a meno ed è difficile che lo siano.”
Walter Ricciardi, Cattolica di Roma conclude: “La sensazione è che il Federalismo non risolva da sè i problemi di iniquità… soprattutto se si considera che la questione federale è stata posta nel peggiore momento economico dopo la crisi del 29, ma i tempi sono stati dettati dalla politica”.
Sul tema il Preside della Facoltà di Medicina della Cattolica di Roma dichiara: “Nessuno può accettare che con un federalismo iniquo possono aumentare le percentuali di morbilità e di mortalità in base al territorio in cui si vive;ad esempio secondo le stime dell’OMS le percentuali di mortalità per cancro della mammella sono in aumento nelle Regioni del Sud dove paradossalmente l’incidenza della malattia è più bassa. Se il modello federale dovesse produrre solo iniquità è destinato a fallire; secondo il Preside il Federalismo potrebbe portare veramente efficienza ma occorre monitorare i due indicatori di mortalità e morbilità (cioè vedere dove si muore e ci si ammala di più) e compensare con incentivi onde evitare che delle inefficienze ne paghino le conseguenze i Cittadini”.
A tal proposito solo 8 Regioni (Emilia, Toscana, Lombardia, Marche. Piemonte,Umbria,Veneto e Liguria) hanno erogato i LEA (Livelli essenziali di efficienza) in modo efficiente; Basilicata, Sardegna e Puglia se la sono cavate mentre Lazio e Regioni del Sud hanno deficit sia quantitativi che qualitativi. Tali dati emergono dallo studio di 21 indicatori 6 nell’area della prevenzione,9 nell’assistenza distrettuale e 6 in quella ospedaliera;tra questi il numero dei cesarei,il ritardo nell’operare gli anziani con frattura di femore,gli screening tumorali,il tasso di ricoveri inappropriati, il tasso di ospedalizzazione, il numero di strutture residenziali per anziani,la spesa farmaceutica territoriale ed altri.
Scelgo il silenzio sui numeri e la classifica della Sicilia per non appesantire il pezzo e soprattutto il pensiero di ognuno di Noi,ma è giusto far rilevare che quando si parla di Stato Federale, di Federalismo, di Politica Fiscale per i territori etc etc etc si parla anche di indici di salute diversi nei diversi territori cioè della non uguale possibilità di prevenire e curare le malattie cioè la Politica della parti “separate” non è separata dal nostro femore che potrebbe,da vecchi,fratturarsi, ma lo contiene tutto, il nostro femore, la nostra autonomia, la nostra vita e quella delle nostre Famiglie.