SFIGMO E FONENDO

RISPOSTA E BREVI NOTE

L’argomento sulla attività intramoenia trattato qualche settimana fa ha stimolato, molto gradite, alcune sollecitazioni da parte di qualche nostro appassionato ed attento lettore. Che fare in pratica dalle nostre parti? A mio avviso l’attività intramoenia, considerato che si sono” razionalizzati ” alcuni ospedali e accorpati alcuni reparti, potrebbe ormai essere svolta solo e soltanto effettivamente  “dentro” le mura, evitando il ricorso alla forma “allargata”. In pratica ora si sono creati gli spazi; resta il problema di organizzare le agende e gestire l’assistenza infermieristica e burocratica ai Colleghi Dipendenti che hanno il diritto, se vogliono, di poter fare tardi con il proprio lavoro e con i Cittadini che li hanno scelti.  Sembra banale ma è questione di volontà e di Politica Aziendale e Sindacale , una volontà che per il buon nome dei Medici Ragusani, mi sembra opportuno trovare.

STILI DI VITA

Nei soggetti diabetici l’esercizio fisico riduce sia l’iperglicemia che gli eventi cardiovascolari ed il problema resta quello di trasferire nella pratica questo assunto. Uno studio dell’Università  di Verona è partito dalla valutazione dei risultati ottenuti  in un “walking group” cioè un gruppo di pazienti sedentari, in sovrappeso ed in età avanzata guidati da un trainer che li ha fatti camminare per 45 minuti in piano. Si sono ottenuti risultati statisticamente significativi e clinicamente rilevanti in quei soggetti che erano riusciti a completare l’esercizio per tre volte la settimana e per 6 mesi,  purchè la loro presenza  agli incontri sia stata superiore al 50%. Camminiamo a piedi amici lettori.

Un altro target di politica sulla salute pubblica riguarda la diminuzione del consumo di sale. Uno studio di una Università  Americana ha dimostrato che ridurre il consumo di sale di almeno 3 gr al giorno  per tutta la popolazione Americana determinerebbe tra 60.000 e 120.000 nuovi casi in meno all’anno di malattia coronarica, tra 32mila e 66mila ictus in meno, tra 54mila e 92mila morti in meno all’anno per qualsiasi causa. Risparmio stimato sui costi sanitari tra 10 e 24 miliardi di dollari all’anno. Meno sale amici lettori!

Smettere di fumare riduce la mortalità del 36% nei pazienti con coronaropatia,molto di più di quanto fatto dai farmaci di norma usati in questi pazienti;pensate le statine, i farmaci per il colesterolo riducono la mortalità del 29% ,beta bloccanti e ace inibitori, altre due classi di farmaci basilari nella cura di questi pazienti lo fanno del 23% e la mitica aspirina si ferma al 15%. Va da sè il consiglio, smettete di fumare.