Sul GdS del 12 Febbraio il Vice Ministro della Salute, nonchè Preside della Facoltà di Medicina di Palermo, Adelfio Elio Cardinale, nella sua consueta ed interessante analisi della Domenica, riporta la notizia che dal mese di Marzo i malati di Lombardia e Piemonte all’atto della dimissione ospedaliera riceveranno, oltre alla consueta lettera di dimissione anche il “conto” della spesa Sanitaria, con il prezzo delle cure sostenute.
Qualcuno penserà che il vostro modesto scriba si sia montato la testa (“ora il Medico della Mutua fa i commenti sulle Analisi degli esperti” penseranno tutti), ma il commento mi è sorto spontaneo. Il Prof., che ora riveste anche un incarico Politico non di poco conto nel governo tecnico, riferisce che gli obiettivi “sono magniloquenti: etica della responsabilità, trasparenza, consapevolezza, condivisione, democrazia partecipata ma lo scopo reale è indurre il paziente a risparmiare…. essendosi spostati timone e rotta dall’assistenza alla sua amministrazione, diventata più fine che mezzo”.
Si fa l’analisi dei costi con il Servizio Sanitario che spende 120 miliardi di Euro, il 7% circa del PIL tra i più bassi in Europa, si parla di “appropriatezza di strutture ed organizzazione, di dotazione e di tecnologia, di farmaci e di capacità clinica”, si parla degli sprechi degli Ospedali Pubblici che se aboliti farebbero risparmiare 15 miliardi di Euro, si critica la scelta Lombardo-Piemontese che riflette una visione della Sanità fondata solo sulle leggi di mercato e si reclama una “Medicina che deve comprendere l’impatto della malattia sulla vita reale della persona,sulle relazioni interpersonali, sulla globalità del malato, famiglie e contesto vitale compresi”.
Tutto condivisibile e giusto e siccome “la fattura di dimissione ospedaliera può diventare umiliante per il malato… una maniera crudele per dire: quanto costi!” il Ministero della Salute ha chiesto al Comitato di Bioetica di valutarne l’impatto sull’uomo infermo.
Nell’attesa della risposta sulla congruità psicologica di presentare il conto al malato dimesso, mi sovviene l’espressione stupita di una giovane infermiera che all’atto di praticare una fiala sottocute ad un malato di cancro del pancreas si stupiva dell’alto costo del farmaco (oltre 1100 Euro) e mi viene spontaneo accostare a tale considerazione la frase del Direttore del Quotidiano di Sicilia riportata sul fondo del 1 Febbraio scorso: “Noi sessantenni e settantenni, stiamo avvelenando il pane dei nostri figli”. Una frase che circola da quando il governo tecnico ha dovuto spiegare che era indispensabile abolire le pensioni di anzianità per permettere ai futuri pensionati di percepirla, la pensione; che fa il paio con quella che sostiene che occorre rinunciare ad alcuni privilegi per “preparare ai nostri figli uno scenario sociale fondato sull’equità” e che “l’equità si persegue mettendo sempre al primo posto l’interesse generale”.
Allora è finito il momento delle analisi, in specie da parte di chi ha compiti decisionali, ed è venuto il momento delle scelte, di razionalizzare gli Ospedali ridondanti, di ridurre le strutture amministrative e burocratiche che non curano i malati ma le carte, di riempire le piante organiche di Medici e personale adibito alla cura e all’assistenza, di aprire le strutture e i reparti che servono (RSA, lungodegenze, hospice e riabilitazione ma anche reparti per acuti con adeguato numero di letti e personale sufficiente) e di dare al territorio, anche se non porta voti o posti di primariato, le giuste risorse e la dovuta organizzazione, anche se costa sacrifici e ci rimettiamo in privilegi.
Scusate lo sfogo, da domani torno a fare il mio mestiere, come sempre, penso.
PS: la giovane infermiera è mia figlia, il paziente neoplastico era (purtroppo era perché la buonanima non c’è più) mio suocero, Grande Nonno per i miei figli, grazie Papà.