La Fondazione CENSIS, su incarico del Ministro della Salute, ha condotto una ricerca “Cittadini e Salute. La soddisfazione degli Italiani per la Sanità” presentata lo scorso 14 Dicembre a Roma. Dalla ricerca emerge che il Medico di Medicina Generale appare di buona o comunque sufficiente qualità per il 92% mentre è inadeguato per l’8% e rappresenta un Cardine dell’Assistenza; promossi anche i Pediatri al 90%, i laboratori di analisi pubblici all’84%, gli ambulatori ed i consultori pubblici all’84%, gli ospedali e i PS all’81%, l’assistenza Domiciliare al 72% e le farmacie che forniscono un buon servizio per il 62% degli Italiani. Passando ai giudizi negativi il 13,6% del campione intervistato ha fatto ricorso ad un Medico Privato per l’inadeguatezza del proprio Medico, il 15,3% ha fatto ricorso ad un Pediatra diverso da quello di libera scelta mentre al 10,5% è capitato che una diagnosi seria fosse sfuggita al proprio Medico. L’insoddisfazione è maggiore al Sud che la Nord; verso gli Ospedali e i PS al sud è del 26% (media nazionale 19%), verso l’Assistenza Domiciliare è del 34% al Sud contro una Media Nazionale del 28%. Il 90% dei Cittadini Italiani del Settentrione ritiene poco o per nulla frequenti i casi di malasanità mentre tale percentuale scende al 58,3% per i cittadini del Meridione, dove il 41,7% invece li ritiene frequenti o molto frequenti.
Risulta in costante crescita il consumo dei farmaci con il Sud in testa e con un incremento del 20% negli ultimi 20 anni; è diminuito invece il ricorso ai farmaci di automedicazione (Rapporto OSMED dell’Istituto Superiore della Sanità). I farmaci più usati sono quelli dell’apparato cardiovascolare, seguiti da quelli dell’apparato gastroenterico e da quelli per il sistema nervoso. In Sicilia si spendono in media 199,3 euro procapite anno, superata solo dalla Calabria (201,8 euro) mentre la spesa minora è nella Provincia Autonoma di Bolzano, 113,5 euro procapite/anno.
Di contro gli Italiani continuano a mantenere stili di vita scorretti (ricerca della London School of Economics); oltre il 54% ammette di fare solo un ora o meno di attività fisica a settimana, il 71% beve alcolici ed il 30% ancora fuma. L’86% teme però una malattia cronica, il 37% teme il cancro ed il 5% si preoccupa per il diabete e le malattie cardiovascolari. Le persone (il campione ha riguardato 12.000 persone nel Mondo e 1000 in Italia) mostrano di temere di più il cancro che le malattie croniche che sono causa del 60% di morte e disabilità, con costi enormi. Eppure il 30% delle malattie cardiovascolari ed il 27% dei casi di diabete potrebbero essere evitati con l’attività fisica. Vale la pena cominciare a riflettere.