E’ stato detto che Gesù è stato e rimarrà il più grande rivoluzionario di tutti i tempi e ne “La Buona Novella” di De Andrè è apparso tale poiché volutamente cantato come colui che si era opposto ai soprusi, predicando l’uguaglianza e la fratellanza. Ed è proprio nella piéce teatrale “Si chiamava Gesù”, rappresentata al teatro Donnafugata sabato 8 e domenica 9 aprile, per la chiusura della rassegna diretta dalle sorelle Vicky e Costanza Diquattro, con il coordinamento di Clorinda Arezzo, che la figura di quest’uomo così straordinario è stata raccontata ed ha preso nuovamente vita. Tra canti tratti da “La Buona Novella” di Fabrizio De Andrè e la narrazione, ispirata a “Gesù figlio dell’uomo” di Gibran Kahil Gibran, lo spettacolo ha registrato un alto indice di gradimento con un sol out per entrambi le serate e soprattutto standing ovation finale. Straordinaria l’interpretazione dei due attori, Emanuele Puglia e Carmela Buffa Calleo, che hanno dato vita sulla scena a diversi personaggi biblici legati alla nascita e alla morte di Gesù. Una Maria,” madre/non madre” di Gesù, figlio di Dio, che ha trasmesso al pubblico tutte le sensazioni di donna legate al parto, al dolore straziante della perdita del figlio e al suo amore per l’Umanità:
”Lo chiameranno figlio di Dio parole confuse nella mia mente ,svanite nel sogno ma impresse nel ventre”, canterà Carmela Buffa Calleo nei panni di Maria. E poi Pilato, Barabba, Giuseppe e altri noti si sono alternati sulla scena tra drappi colorati e luci soffuse tra un’interpretazione dai toni accusanti ed altre dai modi gentili. Delicatissima scena quella di Giuseppe che ha paura di sfiorare il viso di Maria per paura di essere troppo pesante : “E la parola ormai sfinita si sciolse in pianto. Ma la paura della labbra si racchiuse negli occhi semichiusi, nel gesto di una quiete apparente che si consuma nell’attesa di uno sguardo indulgente . Ed io piano postai le mie dite all’orlo della sua fronte. I vecchi quando accarezzano hanno il timore di far troppo forte!”. E’ stata questa una tra le tante canzoni straordinariamente interpretate dall’attore/regista Emanuele Puglia, il cui timbro di voce ha quasi sfiorato quello ancora più noto del grande De Andrè. Sulla scena e tra il pubblico i due attori si sono mossi con quella professionalità che raggiunge i cuori perché quel pathos narrato e cantato lo hanno sentito dentro i loro cuori altrimenti non sarebbero riusciti a trasmetterlo al folto pubblico presente che ha assistito commosso e in religioso silenzio.
Lo spettacolo è stato preceduto dalla proiezione del documentario “Vasa Vasa, della regista Alessia Scarso. Una chiusura col botto, potremmo dire, per la stagione teatrale del Donnafugata in cui un grande riconoscimento va alle organizzatrici, le sorelle Vicky e Costanza Diquattro nonché alla coordinatrice dell’intera rassegna , l’instancabile Clorinda Arezzo. Loro sul palco hanno ringraziato chi ha creduto in questo loro progetto e fra questi il Comune di Ragusa, Assessorato allo Spettacolo e i numerosi sponsor tra cui la Pasticceria Di Pasquale che ha curato il catering per ogni serata a teatro.
Giovannella Galliano