SI PARTE DALLE FASCE DEBOLI CON IL FONDO SOCIALE

Si comincia ad approfondire, punto per punto, il programma che il candidato a sindaco Filippo Spataro, intende proporre alla città. Tra i più salienti ed importanti, c’è l’attenzione per le fasce deboli che nella realtà locale sono rappresentate dalle famiglie disagiate, da quelle che hanno un familiare portatore di disabilità, e dalle associazioni di volontariato ad esse collegate che oggi, non hanno nemmeno come pagare l’affitto per una sede dove svolgere attività ludico/ricreative. Basta tagliare realmente, e non a parole, gli emolumenti degli amministratori.

“Si è detto fin’ora che in un comune in dissesto le cose che non sono assolutamente consentite sono proprio le spese per rafforzare i servizi sociali destinati alle fasce deboli – ha spiegato Spataro – come si è detto pure che qualunque risparmio dell’ente pubblico non può essere devoluto a tale scopo perché andrebbe a finire comunque nel “calderone comune” delle somme a disposizione dell’ente e che quindi verrebbe utilizzato per pagare debiti. Siamo fermamente convinti che tutto ciò non sia vero! Innanzi tutto, esistono i sotto capitoli di bilancio, dentro cui si possono vincolare somme destinate a misure specifiche. Questi sotto capitoli devono logicamente essere impinguati – ha continuato il candidato Spataro – e questo è il punto forte della nostra politica nel sociale. Il modo è molto semplice ma bisogna prima approfondire un passaggio fondamentale e cominciare a smentire qualche “piccola inesattezza” buttata ad arte dal sindaco di Comiso. L’emolumento di un sindaco di una cittadina di circa trentamila anime, corrisponde a circa  € 2500 netti e quello di un assessore a circa € 1300 netti. Il sindaco ha dichiarato pochi giorni fa, che già da tempo tutti gli amministratori si sono dimezzati gli emolumenti mensili e che un Assessore guadagna circa 600 euro. Questo, purtroppo, non è vero. Tranne due assessori che operano istituzionalmente con contratto part – time   in quanto, essendo dipendenti pubblici, la legge  impone una scelta: rinunciare (tramite un periodo di aspettativa) al loro stipendio da dipendenti ed operare full time da amministratori pubblici o operare part-time da amministratori pubblici con stipendio ridotto e mantenere il loro stipendio da dipendenti. Breve inciso : il part –time per loro, significa essere presenti al comune solo un giorno alla settimana, al massimo due mezze giornate, ridimensionando se non addirittura inibendo i contatti con i cittadini e con le loro problematiche. Risulta invece, dall’ultima busta paga datata aprile 2013, che nei fatti  le cifre sono ben altre. Primo perché gli amministratori (full time o part-time) non si sono decurtati un bel niente e al Comune di Comiso un assessore full time viene pagato circa 1.300 euro netti. Poi perchè gli amministratori di Comiso, chiedendo l’applicazione di una aliquota fiscale IRPEF maggiorata rispetto alle aliquote di legge, fanno figurare in busta paga una somma netta inferiore rispetto a quella che percepirebbero applicando le aliquote di legge. Ovviamente tali soldi non vengono regalati al fisco, ma vengono scontati dalle tasse che avrebbero dovuto pagare per le loro attività private. Detto e spiegato che a volte le dichiarazioni rese dal sindaco sono un po’ troppo affrettate e prive di fondamenti – ha concluso Filippo Spataro – è del tutto scontato che riportando le aliquote alla normalità, dimezzando concretamente gli emolumenti del 50%, pur  tuttavia lavorando come amministratori a full – time, si riuscirà a creare un fondo annuale di circa 38/ 40 mila euro da destinare al sociale. A questo aggiungiamo pure che nella nostra amministrazione non ci saranno né consulenti a 50 mila euro l’anno, né staffisti, né tantomeno staffisti figli di amministratori, e siamo già ad un buon plafond che non intacca minimamente le casse del comune dissestato.