SIAMO SICURI CHE QUESTA E’ SOLO CRISI ECONOMICA?

Tutti i più ridicoli fantasticatori che nei loro nascondigli di geni incompresi, fanno scoperte strabilianti e definitive, si precipitano su ogni movimento nuovo  persuasi di poter spacciare le loro fanfaluche”.

(Antonio Gramsci)

Legalità, onestà, serietà, moralità, tutte parole che finiscono con l’accento sulla” à”, che dovrebbero splendere come il sole.

L’autunno non sarà una passeggiata … meno posti di lavoro, meno benessere sociale e meno diritti.  Dappertutto si annunciano e/o  si tentano di effettuare licenziamenti in massa di lavoratori e si tenta di ridurre le ore di lavoro non consentendo ai lavoratori di poter sostentare le loro famiglie.

La disoccupazione è in impressionante aumento. Gli ultimi dati, che si conoscono, fanno salire il numero dei disoccupati a un milione e trecentomila..  mi domando: mentre l’Italia licenzia i suoi operai, i suoi tecnici, i suoi impiegati, i suoi ricercatori, qual è la ricetta giusta per  uscire dalla crisi? In un momento in cui i signori dello spread danno soldi a strozzo ai paesi indebitati fino al collo, e i governi di questi paesi, per rimborsare gli interessi, riducono le pensioni, cancellano le tredicesime, mettono la tassa sulla casa, tagliano i posti letto negli ospedali, noi stiamo per andare a votare.  Cosa o chi  andremo a votare e con quale legge elettorale? Mi viene in mente Franklin Roosevelt. E la grande crisi del 1929 . Roosevelt fu quel grande Presidente americano che riuscì a risollevare l’economia americana . Fu quello che invece di rifinanziare le banche, decise di fare massicci investimenti pubblici per far ripartire la crescita. Oggi l’Europa dice no a questo, mi chiedo: e se oggi al posto della Merkel ci fosse Roosevelt l’Europa farebbe il “datore di lavoro?”, assumerebbe  nei settori trainanti dell’economia. Sarebbe  questo il new deal (nuovo corso) che aspettiamo dall’Europa.

Il 28 Ottobre andremo a votare  per le  Regionali. Ecco riappaiono i volontari, gli slogan, i politici. Ma i cittadini cosa chiedono, cosa si aspettano ? Quale partito  è oggi capace  di fare qualcosa? Qual’ è il compito della politica e dei politicatori. La gente è indignata per la volgarità, la corruzione, l’ignoranza , il non saper fare le cose, il tradire gli impegni presi di fronte ai cittadini,  la gente è sgomenta ed  è alla ricerca dell’onesto, del serio,  dell’impegno, del caparbio che  sappia guidare. La gente vede tutte le mucche uguali e il loro motto è “ Io non andrò a votare … il mio voto se ci sarà è per protestare”. Eppure bisogna stare in campo, con l’idea della rivoluzione.

La mia è stata una generazione che è cresciuta nella prosperità del post dopoguerra.

Temiamo che i  giovani staranno peggio dei padri di oggi. Molti giovani non parlano più di futuro ma solo  di  attualità, non si sogna più il futuro, nessuno si aspetta nulla.

Il compito di un  governo democratico, dovrebbe essere quello di sviluppare al massimo le possibilità di lavoro e di occupazione,  dare uno slancio all’economia nazionale. Il termine  democrazia per ora sembra sospeso.

Quando un artista vero parla, o per meglio dire non parla, e con lui c’è tutta una popolazione  fuori e dentro l’Arena di Verona, un tantino bisogna ascoltare. La coreografia era quella di Celentano: sul palco c’è gente in ogni punto, vestita in ogni modo, che s’improvvisava cantante, ballerina ,intellettuale, e poi le case, i vicoli, le sedie, il tavolo, i gradini,  e come sempre il ritmo delle canzoni che cresce e attanaglia tutti, anche le persone meno avvezze a ritmare i suoni con le mani e con i piedi. Il bicchiere d’acqua che scandisce le pause e poi i silenzi …. e poi la politica, l’economia . Politica viene da polis … città.. che non è una parola brutta.  Cerchiamo allora con la politica di rimettere le cose a posto ascoltando chi ha temi come l’ecologia , il benessere, la condivisione da portare avanti.

Riprendiamoci  il futuro.

Il mestiere di un uomo politico è indicare una direzione. Non  rinunciato a governare per seguire fini individuali come purtroppo oggi la politica sta dimostrando. Attualmente  siamo  sotto la tutela dei mercati, ritorniamo ad essere sotto la nostra tutela. Aboliamo la precarietà che è alimento per il ricatto e riappropriamoci della stabilità, della serietà d’intenti.

In questo momento politico mi torna in mente … “ER CANE MORALISTA “di TRILUSSA

“ Più che de prescia er Gatto/agguantò la bistecca de filetto/ che fumava in un piatto,/ e scappò, come un furmine, sur tetto./ Lì si fermò, posò la refurtiva/ e la guardò contento e soddisfatto./ Però s’accorse che non era solo/ perché er Cagnolo der padrone stesso,/vista la scene, j’era corso appresso/ e lo stava a guardà da un muricciolo./ A un certo punto, infatti, arzò la testa/ e disse ar Micio: – Quanto me dispiace!/ Chi se pensava mai ch’eri capace/ d’un’azzionaccia indegna come questa?/ Nun sai che nun bisogna/ approfittasse de la robba artrui?/Hai fregato er padrone! Proprio lui/ che te tiè drento casa! Che vergogna!/ Nun sai che la bistecca ch’hai rubbato/ peserà mezzo chilo a ditte poco?/Pare quasi impossibbile che er coco/ nun te ciabba acchiappato!/ Chi t’ha visto?/ – Nessuno …/ E er padrone?- Nemmeno …/ Allora – dice – armeno/ famo metà per uno!”.