SICILIA, 150 MILIONI DI EURO IN CONSULENZE. RAGUSA IN PRIMA FILA

Parlano chiaro i dati relativi alle consulenze richieste dagli enti locali siciliani: centocinquanta milioni di euro spesi dalle amministrazioni siciliane per 14.169 gli incarichi affidati a consulenti e riportati nelle oltre duemila pagine del dossier “Trasparenza” del ministero dell’Innovazione Pubblica. Un aumento del cinque per cento rispetto ai conferimenti di incarichi relativi al 2008. Grazie all’Operazione Trasparenza, avviata nel giugno 2008 dal ministro Brunetta (finalizzata a rendere accessibile alla cittadinanza l’elenco delle spese per consulenti delle amministrazioni locali), in Sicilia sono 798 le amministrazioni/unità organizzative che hanno comunicato gli incarichi conferiti nel 2009. Un dato in aumento del 29% rispetto alle 619 del 2008. L’Isola si piazza al settimo posto nazionale in una classifica che vede comandare Lombardia (2.141), Veneto (1.281) e Piemonte (1.242), ma è al secondo posto dietro la Campania (30,27%) nella speciale classifica dell’aumento percentuale delle amministrazioni che si sono avvalse di consulenti esterni con un +28,92%. .

Dalle notizie pubblicati dal settimanale Asud’Europa, emerge che la prassi delle consulenze esterne è molto in voga a Ragusa. Analizzando infatti categoria per categoria i dati, si evince che tra le province, quelle di Caltanissetta, Ragusa ed Agrigento sono quelle che hanno speso di più per consulenze esterne. Il record spetta alla provincia nissena con 1.728.000 euro, seguita da quella ragusana con 1.530.000 e da quella agrigentina con 1.234.000.

Ed ancora, se si guarda fra i comuni, è proprio Ragusa a primeggiare questa speciale classifica con 575.000 euro spesi in consulenze, seguita a poca distanza da Catania con 563.000 e Palermo con 277.000. Ultima è Enna che ha messo a bilancio appena 624 euro.

Ma di “consulenze facili” iblee parla anche il procuratore generale d’appello Giovanni Coppola. Nella sua requisitoria per il giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione, infatti, analizza gli istituti case popolari che, pur in presenza di dirigenti in organico, hanno affidato decine di incarichi, evidenziando alcuni casi molto poco ordinari, come quello dello Iacp di Ragusa, che ha 40 dipendenti e 3 dirigenti, ma nel 2009 ha nominato ben 27 esperti.

Il dossier pubblica anche i dati resi noti dalla Corte dei Conti, secondo la quale le “consulenze facili” sono un fenomeno molto diffuso “che costituisce uno degli strumenti clientelari più abusati”, come afferma nella sua relazione per l’apertura dell’anno giudiziario il procuratore regionale Guido Carlino. A servirsi dei consulenti ci sono le Aziende ospedaliere, che nel 2009 hanno sborsato 14,5 milioni, ma, la situazione più critica è quella della Regione che, per carenza di adeguate professionalità interne, è oggi spesso costretta a ricorrere a soggetti esterni, affrontando ulteriori spese che potrebbero benissimo essere evitate”, spiega il procuratore generale. Che ricorda il personale esterno a tempo determinato sia addirittura aumentato di 11 unità rispetto al 2008. Alla fine dello scorso anno la Regione siciliana pagava altri 7.114 stipendi tra dirigenti generali (9, contro i 5 del 2008), dirigenti (5 contro 56), funzionari, istruttori, collaboratori ed operatori (5.621 contro i 5.651 del 2008) e altro personale tra ex Pip, Resais, Beni culturali spa, Multiservizi (passati dai 1.291 del 2008 a 1.461). Sommando personale a tempo indeterminato e a tempo determinato si arriva, a fine 2009, a un esercito di 20.642 persone costate un miliardo e 84 milioni di euro, 12 milioni in più rispetto all’anno precedente “che diviso per il numero dei residenti si traduce in una spesa per ciascun siciliano di circa 214 euro per mantenere i burocrati della Regione” (Laura Curella)