Sicilia seconda regione italiana per crescita del valore aggiunto: trainanti gli investimenti in turismo e cultura

Nel 2023, l’economia della Sicilia ha registrato un incremento significativo del valore aggiunto prodotto, posizionandosi al secondo posto in Italia, dopo l’Abruzzo, per crescita percentuale rispetto al 2022. Lo evidenziano i dati del Centro studi Guglielmo Tagliacarne e di Unioncamere nazionale, basati sulle ultime rilevazioni Istat aggiornate a settembre 2023.

A livello provinciale, la Sicilia vanta risultati eccellenti:

Agrigento: al primo posto a livello nazionale, ex aequo con Chieti, con un incremento del +7,85%.

Caltanissetta e Catania: al secondo posto ex aequo (+7,83%).

Trapani: ottava posizione nazionale (+7,34%).

Le altre province siciliane, pur non in vetta, mostrano comunque una crescita significativa:

  • Messina: +7,23% (11ª posizione).
  • Palermo: +6,82% (23ª).
  • Enna: +6,76% (26ª).
  • Siracusa: +6,74% (27ª).
  • Ragusa: +6,62% (29ª).

Fattori trainanti della crescita

Secondo Giuseppe Pace, presidente di Unioncamere Sicilia, il miglioramento deriva da una combinazione di fattori strategici:

Investimenti culturali e turistici: come il progetto “Agrigento Capitale della Cultura 2025”. Boom del turismo e dell’export a Trapani. Cantieri dell’Alta Velocità: avviati nella tratta tra Caltanissetta e Catania. Interventi legati al Superbonus: che hanno inciso nelle altre province.

    Un progresso ancora parziale

    Nonostante i progressi, la Sicilia rimane distante dalle regioni del Nord in termini di valore assoluto del valore aggiunto prodotto: Sicilia: 96,3 miliardi di euro (pari al 5,05% del totale nazionale). Lombardia: prima in Italia, con 432,5 miliardi di euro.

    Considerazioni finali

    Il 2023 rappresenta un anno di svolta per la Sicilia, con una crescita che ha contribuito a ridurre, seppur parzialmente, il divario con il resto del Paese. Tuttavia, restano sfide importanti per sostenere e consolidare questo trend, puntando su ulteriori investimenti e riforme strutturali per colmare la distanza storica con le regioni settentrionali.

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