So già che mi attirerò una mare di critiche se non di proteste per queste quattro parole che però gli esperti potrebbero trasformare in un progetto per il rilancio del nostro Paese, per la fine della burocrazia, per il risparmio di milioni e milioni di euro nella conduzione della Cosa Pubblica. Non nego che fra le parole che fra poco dirò qualcuno potrà intravedere massicce dosi di qualunquismo ma chi mi conosce tutto potrà dire tranne che io sia un qualunquista. Ed allora spiattelliamo subito le quattro parole. Chi può negare che il nostro sistema politico istituzionale è inefficiente, spendaccione, lento, burocratico, incapace di portare a termine in tempi ragionevoli una legge, un progetto, un’opera pubblica senza prima ubbidire alle legge del “compariato” e senza che in massima parte si soddisfino prima le esigenze dei tangentari e poi gli interessi pubblici? Chi può negare che non si va avanti di un passo in qualsiasi cosa in Italia senza fare prima nei partiti, nelle sedi istituzionali, nel parlamento, nei comuni, nelle province, nelle regioni una immensa e continua discussione su tutto? Chi può negare che tra Camera e Senato spendiamo una immensa montagna di denaro con privilegi che a vederli uno per uno fanno “rizzare i capelli”? Chi può negare che nei ministeri passa un anno per mettere una firma in un decreto per garantire, ad esempio la sicurezza di una struttura aeroportuale? Ed allora ecco la mia proposta “spicciola” di riforma istituzionale (e non costituzionale si badi bene).
Un solo Presidente eletto da una sola Camera formata da 200 parlamentari eletti in ogni regione in rapporto alla popolazione. Niente ministri, niente sottosegretari, niente ministeri ma soltanto alti dirigenti cioè persone capaci e di fiducia del presidente che a lui rendono conto e che forniti degli strumenti tecnici ed amministrativi rendono operativo il sistema che solo il Presidente porta avanti dopo avere ottenuto la fiducia della camera. Stop! Nessun altro organismo “imbroglia piedi” e marcia spedita di tutte le procedure riguardanti qualsiasi ambito della vita legislativa, politica, finanziaria, giudiziaria, scolastica etc etc etc del nostro Paese. Batteremmo tutti per celerità, capacità, inventiva e diventeremmo un paese virtuoso come non ce ne sono altri in Europa.
Ora mi aspetto le critiche feroci dei partiti, delle istituzioni, dei sindaci, dei presidenti di regioni e province e persino dalla Corte dei Conti; ma non della povera gente che non ce la fa più ad arrivare alle terza settimana mentre in altri ambiti si sperpera denaro pubblico (e privato) a tinkitè, ma quella non conta e pur essendo in maggioranza nel Paese non ha mai contato perché è sempre stato un esercito di “signorsi” e quindi facilmente addomesticabile. Escluso gli analfabeti, che per fortuna nel nostro Paese sono pochi quelli delle Caste e i maneggioni vedrete che in cuor loro molti mi daranno ragione mentre qualcuno smetterà di essere inserzionista di Ragusa Oggi.
Pazienza!