L’introduzione dei delitti ambientali nel codice penale è una battaglia di civiltà che, come Legambiente, portiamo avanti da vent’anni, per colmare una grave anomalia del nostro sistema giudiziario: l’assenza di strumenti legislativi e di indagine per perseguire chi avvelena il nostro territorio e la nostra salute. Paradossalmente oggi chi ruba una mela al supermercato può essere arrestato in flagranza perché commette un delitto, quello di furto, ma chi inquina l’ambiente no: nella peggiore delle ipotesi potrà uscirne pagando un’ammenda. Sempre che il reato non cada in prescrizione, come successo in occasione della sentenza Eternit.
Mancherebbe proprio poco al raggiungimento di questo traguardo: a febbraio infatti la Camera aveva approvato a larghissima maggioranza un disegno di legge che inserisce i delitti ambientali nel nostro Codice penale: inquinamento e disastro ambientale, trasporto e abbandono di materiale radioattivo e impedimento al controllo. Il testo, però, è inspiegabilmente fermo da mesi al Senato, per alcuni limiti tecnici che sarebbero facilmente superabili.
Da mesi chiediamo al Parlamento di fare presto e per rafforzare la nostra azione abbiamo coinvolto associazioni di categoria, studenti, comitati e altre realtà organizzate per rivolgere assieme un appello al Presidente del Senato Pietro Grasso e ai Presidenti delle Commissioni Giustizia e Ambiente, Nitto Palma e Marinello, affinché non si perda altro tempo, perché non abbiamo altro tempo da perdere.
L’appello si può sottoscrivere qui -> www.change.org/legambiente-ecoreati
Vi chiediamo di firmare in prima persona la petizione, ma anche di girarla ai vostri contatti, a promuoverla sui vostri siti, i vostri profili sui social network, nelle iniziative che farete. Dobbiamo essere in tanti.
Affinché non ci siano più disastri ambientali impuntiti, subito i reati ambientali nel Codice penale!
Firma la petizione e aiutaci a diffonderla.
Basta andare a questo link: