Inflazione azzerata ad aprile. La variazione dell’indice dei prezzi al consumo risulta nulla su base annua (da +0,1% del mese precedente). Lo rileva l’Istat nelle stime preliminari, spiegando che per trovare un dato più basso occorre tornare indietro all’ottobre del 2016.
La prima causa dell’appiattimento del tasso sta nella “dinamica dei prezzi dei beni energetici, che amplificano la loro flessione”. In parole povere, la flessione è data dal fatto che la gente in questo momento acquista solo generi di prima necessità. E infatti il balzo lo fa il cosiddetto “carrello della spesa“, che include i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona e ad aprile rincara “in modo marcato”, con il tasso calcolato su base annua che dal +1,0% di marzo balza al +2,6%, portandosi a un livello di crescita che non si registrava dal febbraio 2017.
Una situazione, quella relativa ai prezzi dei generi alimentari “rincarati” che si è registrata anche in alcuni supermercati della GDO ( e poi scoperti dalla GdF), che è stata sottolineata più volte dal Codacons e che oggi, alla luce dei nuovi dati, è tornato sull’argomento:
“Questo dato dimostra in modo inequivocabile le speculazioni denunciate dal Codacons sui generi alimentari, con i prezzi al dettaglio che nell’ultimo mese hanno subito un ingiustificato incremento a fronte dei maggiori acquisti da parte dei consumatori – spiega Francesco Tanasi – Tradotto in soldoni, solo per mangiare una famiglia con due figli spende oggi in media +221 euro su base annua, a causa dei fortissimi rialzi dei listini nel comparto alimentare”.