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Storie di Sicilia: “U’bbiancumanciari” il sapore di un amore perduto…
17 Mar 2025 09:00
Di Salvatore Battaglia
“Il Biancomangiare con biscotti è un dolce della tradizione Siciliana molto antico e povero, la ricetta delle nonne che veniva preparata quasi tutte le domeniche come dessert del dopo pranzo”
Le origini del Biancomangiare
Il nome “Biancomangiare” indicava sin dal medioevo un piatto caratterizzato dalla presenza di ingredienti di colore bianco, considerato simbolo di purezza. Era destinato ai ricchi e si poteva trovare sia dolce che salato; per prepararlo venivano utilizzati latte, lardo, petto di pollo, mandorle, riso. Tutti ingredienti rigorosamente bianchi. Si ritiene abbia avuto origine in Francia: molti testi ne riportano il nome “Blanc Manger”, ma la sua diffusione in Italia si ebbe intorno al XI secolo. Persino durante il famoso banchetto della Gran Contessa Matilde di Canossa, tenutosi per far riappacificare Papa Gregorio VII e l’Imperatore Enrico IV, si racconta che venne servito il biancomangiare.
Nel tempo, questo piatto si è trasformato in un vero e proprio dolce, che oggi fa parte dei Prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) di tre regioni italiane (Sicilia, Sardegna e Valle d’Aosta). Ne troviamo testimonianza anche nell’opera “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” di Pellegrino Artusi, con la sua famosa ricetta: “150 g mandorle, di cui tre amare, 150 g zucchero in polvere, 20 g colla di pesce, panna o fior di latte mezzo bicchiere a buona misura, acqua un bicchiere e mezzo, acqua di fiori d’arancio 2 cucchiai”.
Il Ricordo… Il Biancomangiare nella casa della nonna a Largo San Paolo di Ibla
Il Biancomangiare rappresenta per noi siciliani il dolce dell’infanzia, la mia cara nonna Marianna lo faceva sia per i suoi figli ma anche per noi… gli amati e golosi nipotini. La bellezza del Biancomangiare e della ricetta della nonna e la classica ricetta siciliana originale, stava nell’aspettare che la crema diventasse solida ma nel frattempo l’odore del latte di mandorla misto alla cannella si diffondeva per tutta la stanza. Poi di nascosto si correva a leccare i residui rimasti nella pentola, una vera delizia per il palato. Un dolce a cucchiaio che era adatto ad ogni occasione, il suo bianco assoluto lo rendeva elegante ma la sua semplicità lo rendeva veloce da realizzare. Questo dolce portava con sé una leggenda poco conosciuta che la mia adorabile nonna un giorno di primavera ci racconto…
La leggenda…
Il famoso dolce al cucchiaio Biancomangiare è legato a una leggenda che vede come protagonisti la principessa d’Angiò e un ufficiale arabo.
la leggenda narra che: La principessa soleva affacciarsi alla finestra per respirare l’essenza del gelsomino che si diffondeva attraverso la brezza mattutina. Un amore si consumava a distanza, poiché un ufficiale arabo se ne era innamorato segretamente, la osservava di nascosto poiché a quei tempi non era permesso dichiarare il proprio amore verso la principessa. Per chi provava tale sentimento era prevista la pena di morte.
Un bel giorno però la passione e la voglia di amare la principessa arrivò a tal punto che l’ufficiale decise di dichiarare il proprio amore pur sapendo che sarebbe andato incontro al suo tragico destino.
Morire per amore credo che sia un gesto che simboleggia un amore con la A maiuscola, ma volle morire con stile e chiese un ultimo desiderio prima della spietata condanna. Chiese di realizzare un dolce utilizzando il gelsomino, fiore tanto amato dalla principessa. Nacque così il Biancomangiare.
Appena il suo ultimo desiderio si portò a compimento si tolse la vita davanti la principessa uccidendosi con le proprie mani, ormai felice di aver dichiarato il suo amore e aver lasciato un indelebile ricordo alla principessa. Infatti narra sempre la leggenda che da quel giorno in poi la principessa tornava nel luogo dell’accaduto a sentire il profumo del gelsomino e gustare il Biancomangiare, dono del suo segreto innamorato.
Presente anche ne “Il Gattopardo”
Questo dolce era molto diffuso nelle case nobiliari siciliane. Anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa lo cita nel suo capolavoro, “Il Gattopardo”, quando il Principe Fabrizio, nel celebre ballo, si siede al tavolo per dialogare con gli amici e contemporaneamente gustare il dolce in questione: biancomangiare con pistacchio e cannella.
La ricetta di Nonna Marianna ingredienti per 2 persone
250g latte – 2 cucchiai zucchero – Buccia di mezzo limone – 25g amido per dolci – Biscotti secchi. Ciotola da 10/12cm di diametro.
Procedimento
In una tazza versare 25g di amido, 50g di latte e mescolare bene fino a renderlo omogeneo e senza grumi. Versare in un pentolino 200g latte, 2 cucchiai di zucchero, la buccia di mezzo limone e far riscaldare. Appena il latte sta per bollire togliere la buccia del limone e aggiungere l’amido e il latte della tazza e mescolare velocemente con la frusta fino a quando la crema diventa più densa.
Impiattamento
Versare un poco di crema sul fondo della ciotola, aggiungere i biscotti fino a ricoprire lo strato, aggiungere poi la crema fino a coprire i biscotti, poi di nuovo biscotti e infine crema.
Quando la crema si sarà raffreddata metterla in frigo per un paio d’ore. Successivamente tirarla fuori dal frigo e capovolgere la ciotola su un piatto. Per il tocco finale si può decorare con i “zuccherini colorati”
U Pinsiei ri l’Antichi…
Certi cosi aruci, si usi sulu a cucciara e nenti uocci, nun puoi assapurarli ro tuttu. A cosa aruci va assapurata finu a fini. E cumplitamenti sbagghiatu scurdarisi n’amozioni.
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