Sul Corfilac è necessario fare il punto. Va detto, per prima cosa, che non è assolutamente tollerabile che la Regione siciliana debba ancora trasferire al Corfilac 830 mila euro del contributo 2015 e che, per tale ragione, i dipendenti debbano percepire ancora 7 mensilità pregresse. Non è ammissibile che, in Sicilia, un fatto totalmente ordinario diventi una corsa agli ostacoli e una peripezia di difficilissima gestione: il semplice trasferimento di risorse il più delle volte avviene con abissali ritardi e con costi umani altissimi per chi non riceve lo stipendio ed occorre un lavoro di intensa pressione sindacale perché si possa avere ragione di una stasi politico-amministrativa che blocca tutto, anche la buona volontà. In Sicilia tutto si complica, anche le cose semplici ed immediate e sembra che la sofferenza del cittadino-lavoratore sia il vero ed unico articolo applicato ed applicabile del suo statuto.
Non ci si può capacitare del perché mai i parlamentari regionali dell’ex Provincia di Ragusa non riescano a determinare una discontinuità rispetto a questa problematica. E’ accettabile che ogni volta occorrano comunicati stampa, viaggi a Palermo, incontri, polemiche, scontri per rendere eseguibile ciò che è un atto di gestione normalissimo?
Per fare recuperare questo contributo pregresso e per dare la legittima risposta a chi lavora e continua a lavorare senza aver ricevuto da diversi mesi lo stipendio, ci si dovrà, ancora una volta, rimboccare le maniche, fare spola tra uffici, funzionari, onorevoli ed assessori. Nessuno sembra voler dare una scossa, per risolvere per sempre questi esempi di cattiva amministrazione regionale, perché tale si configura il mancato trasferimento di risorse all’ente a cui sono state assegnate.
Poi c’è un problema di prospettiva che ancora resta irrisolto. Anche quest’anno la Regione ha voluto complicare la vita dell’Ente, creando una condizione che potrà decretarne la fine. Lo ha ammesso a finanziamento, ma solo attraverso la partecipazione ai bandi. Come dire che la Regione aveva trovato il modo più indolore di farlo morire. Ora sta cercando di porvi rimedio, ritornando al finanziamento del contributo annuo, ma il percorso è ancora lungo, perché prevede il passaggio di nuova all’Ars, e non è esclusa, all’ultimo momento, qualche sorpresa negativa.