SULL’ATTO AZIENDALE DELL’ASP SI PRONUNCIA LA CISL

Ragusa, 26 settembre ’15 – “La presentazione e la futura adozione dell’atto aziendale e della pianta organica dell’ASP 7, pur apprezzandone la previsione della stabilizzazione del personale contrattista e la trasformazione dei rapporti di lavoro da part time a full  time,  lascia molte perplessità.”

Questo il giudizio espresso, sulla proposta avanzata dal Direttore generale dell’ASP Ragusa, dal segretario generale della UST Ragusa Siracusa, Paolo Sanzaro, e dal segretario generale territoriale FP, Daniele Passanisi.

“Anzitutto – aggiungono i due segretari –  rileviamo una sproporzione tra l’assunzione di numerosi medici e di pochi operatori sanitari; un equilibrio che andrebbe invece rispettato per garantire ogni servizio possibile.

La proposta del manager, che ha preferito isolarsi senza confrontarsi con il sindacato se non per gli atti dovuti, di esternalizzare le RSA di Ragusa e di Scicli, non solo non incontra il favore della CISL in quanto tali scelte non seguono le linee di indirizzo regionali che indicano esattamente il contrario, ma di fatto non consentono al momento di intervenire nelle carenze di organico presenti nelle strutture, lasciando di fatto il tutto in attesa di un fumoso futuro.”

Sanzaro e Passanisi, sottolineando la necessità di andare oltre qualsiasi campanilismo di sorta, intervengono anche sul trasferimento e la futura collocazione di unità operative in altri ospedali della provincia.

“Spostare malattie infettive e otorino –dicono ancora i due segretari – rischierebbe di sminuire la naturale vocazione dell’ospedale di Ragusa, baricentrica in un modello di Hub&Spoke, rischiandone un declassamento con conseguente riduzione delle risorse disponibili per i trattamenti sanitari dell’intero comprensorio ibleo.”

La CISL si è già riservata di acquisire maggiori dettagli e di chiedere l’intervento assessoriale  qualora fosse necessario.

“Il direttore Aricò continua in splendida solitudine – hanno concluso Paolo Sanzaro e Daniele Passanisi – un atteggiamento che non paga, che porta ad un isolamento improduttivo per un’azienda, quella sanitaria provinciale, che ha bisogno di progettualità, confronto e condivisione delle scelte.”