Il governo Renzi toglie le risorse dovute ai Comuni ed impone loro di introdurre l’aliquota IMU sui terreni agricoli con decorrenza 2014 e pagamento, in unica rata, entro il 26 gennaio 2015. Per Ragusa un ulteriore taglio di 1,4 milioni di euro di trasferimento del Fondo di solidarietà (-350 milioni di euro per i Comuni) da parte dello Stato . A questo bisogna conteggiare la diminuzione di 1,3 milioni di euro tolti dal governo centrale circa un mese fa. Minori trasferimenti che hanno obbligato il Consiglio Comunale ad effettuare, dopo l’approvazione del bilancio preventivo, le variazioni al bilancio. Ad oggi manca anche il trasferimento ordinario per investimenti di 1.009.000 euro della Regione Siciliana (di contro affidano al comune, senza risorse, la manutenzione delle strade provinciali). Con le nuove norme introdotte dal decreto interministeriale del 28 novembre 2014 pubblicato sulla G.U. serie generale n. 284 del 06/12/2014 i possessori di terreni agricoli a Ragusa che fino ad oggi non hanno pagato aliquota IMU, perchè ricadenti in area montana, dovranno, per la prima volta, pagare l’IMU agricola e pagarla, in unica rata, con effetto retroattivo dall’1 gennaio 2014. L’Imu si pagherà secondo l’altitudine nella quale si trova la sede del Comune. Fino a 280 metri deve essere pagata da tutti, da 281 metri a 600 metri (Ragusa rientra in tale fattispecie) sono esentati solo i terreni agricoli posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli a titolo principale iscritti nella previdenza agricola. Non criteri produttivi di reddito quindi ma un atto di prepotenza arbitrario ed offensivo del buon senso e della giustizia. Un atto ridicolo e dannoso che sta facendo spostare le sedi legali di parecchi Comuni d’Italia ad altitudini superiori alla soglia minima di esenzione e quindi a partire dai 601 metri s.l.m. . Ultimo in ordine di tempo il Comune di Fivizzano sulle Alpi apuane che, come riporta il Sole XXIV ore, per non fare pagare l’Imu agricola ai propri cittadini ha spostato la propria sede legale ad 860 metri di altezza. La quota da versare è un vero e proprio salasso che viene calcolato sul reddito dominicale risultante in catasto, vigente al 1° gennaio dell’anno di imposizione, rivalutato del 25 per cento ai sensi dell’articolo 3, comma 51, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 e moltiplicato per 135. A tale reddito bisogna applicare l’aliquota del 7,6 per mille. Ciò che sta facendo il governo Renzi e il suo partito, senza opposizione vera, a discapito dei Comuni e dei Cittadini è inaccettabile, vergognoso, ingiusto ed i Comuni si trovano in difficoltà enormi a poter garantire i servizi essenziali, non sforare il patto di stabilità, avere la liquidità necessaria a svolgere i propri compiti.