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Super Bonus 110% il blocco delle cessioni multiple. Ecco cosa sta accadendo per una scelta poco felice del Governo nazionale
12 Feb 2022 11:16
La stretta imposta dal Governo nazionale sulle cessioni multiple attraverso l’articolo 28 del Decreto Legge Sostegni ter ha già bloccato diversi cantieri edili e rischia di fare chiudere moltissime aziende che si trovano nel cassetto fiscale crediti che nessuno compra.
Abbiamo sentito i rappresentanti dell’impresa Edil Group Costruzioni di Ragusa, pioniera del mercato delle ristrutturazioni con la cessione del credito chiarisce molte perplessità.
Partiamo da cos’è la cessione del credito?
“Il decreto Rilancio prevedeva che i crediti fiscali riconosciuti a chi eseguiva determinati lavori edili potevano essere ceduti all’impresa che li eseguiva. L’art. 121 prevedeva la facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. La maggior parte delle aziende di settore si sono organizzate con le banche con le quali avevano rapporti e fidandosi della legge hanno firmato contratti di appalto e iniziato lavori. Tutto ha funzionato fino al mese di ottobre 2021 perchè le imprese fatturavano con lo sconto in fattura, cedevano il credito agli istituti di credito o Poste Italiane e venivano pagati abbastanza velocemente continuando a realizzare i lavori”.
Cosa è cambiato con questo nuovo decreto?
“Prima di rispondere sul nuovo decreto, volevamo fare un accenno sul decreto antifrode di novembre scorso, dove è stata inserita una nuova attestazione di congruità dei costi immediatamente operativa. Questa attestazione ha bloccato tutte le pratiche di cessione dei crediti fiscali tra le imprese e gli istituti di credito. Questo blocco ha messo in seria difficoltà le imprese che di colpo si sono trovate a spostare tutte le scadenze di pagamento per mancanza di liquidità. Questa nuova ed ennesima modifica apportata con il decreto Sostegni ter ha cambiato totalmente le regole della cessione del credito togliendo la facoltà delle successive cessioni, rimettendo tutte le imprese di nuovo in serie difficoltà con la differenza che questa volta non è un rallentamento delle procedure come fu per il decreto antifrode di 2 mesi fa, adesso la maggior parte delle Banche, Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti ha bloccato tutto non prendendo più crediti di imposta. SI capisce bene che le imprese non strutturate hanno di colpo bloccato i cantieri e licenziato operai”.
Il Governo sostiene che queste modifiche in corso si sono rese necessarie per bloccare qualcuno che approfitta di questi bonus per fare guadagni illeciti?
“Non riusciamo a capire come un manager di fama internazionale come Mario Draghi possa non capire l’enorme danno economico che crea con tutte queste modifiche inadeguate agli obiettivi per le quali sono nate. Sappiamo bene che c’è una piccola parte di imprese che approfitta di questi bonus per fare guadagni illeciti. Questo è vero e noi siamo i primi, assieme all’associazione di categoria Ance di cui facciamo parte, a dare consigli al Governo per evitare questo. Pertanto è giusto che vi siano controlli incrociati per ridurre le truffe ma non si possono distruggere le imprese serie per cercare di ridurre le truffe! In questo modo il danno economico è superiore a quello derivante dalle truffe. Le truffe vanno combattute evitando che un qualunque furbetto apra una partita iva e il giorno dopo chiude contratti di appalto milionari. Solo in Sicilia sono nate negli ultimi mesi circa 2600 imprese per cavalcare l’onda del Superbonus. Magari saranno tutti seri e persone perbene ma io un controllo lo farei”.
Quindi questo nuovo decreto sarà penalizzante anche per voi?
“I nostri partners di livelli internazionali che non hanno bisogno di ricedere il credito ci hanno rassicurato che possiamo continuare a lavorare tranquillamente. Pertanto vogliamo rassicurare tutti i nostri clienti che il blocco della cessione del credito non è un problema che danneggia la nostra azienda. E di conseguenza nemmeno loro. Noi andiamo avanti ma speriamo, per il bene di tutti, che il Governo applichi i dovuti correttivi”.
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