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Tayaranjet ed i misteri iblei. Alla ricerca del perchè di uno strano passo indietro. VIDEO
01 Set 2020 11:06
Nel modesto tentativo di offrire ai nostri lettori, residenti della provincia di Ragusa che, magari sollecitati dalle vane promesse di una classe politica spesso inconcludente da anni anelano ad un aeroporto di comodo pienamente funzionante e con tratte di collegamento valide, vi proponiamo una chiave di lettura alternativa su alcune vicende poco chiare e torniamo a parlare della compagnia Tayaranjet, compagnia aerea di proprietà italiana ma con residenza fiscale in Bulgaria. La compagnia, come si ricorderà, ha volato a Comiso per appena 20 giorni, avendo annunciato di effettuare la tratta Comiso-Bologna (ancora attiva su Catania e Palermo). Poi, dichiarando che tale tratta risultava essere “antieconomica” ha deciso di lasciare senza troppi complimenti e neanche con uno straccio di comunicato di addio, l’aeroporto.
Evidentemente sono state fatte delle valutazioni e delle simulazioni erronee a monte. Ė veramente strano che si attivi una rotta in agosto, rotta che doveva partire a luglio e che doveva durare un anno, e in appena 20 giorni si affermi che essa non è sostenibile economicamente. Una stranezza impossibile da non notare.
Ma il problema maggiore della compagnia, al momento, è dato dai suoi stessi piloti, i quali lamentano di non aver ricevuto tutti gli stipendi e hanno avviato una vertenza.
Uno dei piloti che ha avviato la vertenza ha effettuato una lunga diretta facebook. Si tratta del comandante Manuel Brioni, intervistato da Mirko Fiasco, editore del giornale www.argomentilavocedeicittadini.it, il quale ha spiegato quali siano le motivazioni dei piloti che hanno portato a questa decisione: “La speranza è quella di riuscire a percepire lo stipendio”, spiega Brioni nell’intervista.
“Ho iniziato a lavorare per la compagnia nell’agosto del 2019. All’inizio andava tutto bene, ma ad ottobre e novembre sono iniziati i primi problemi. Si è partiti con la diaria non pagata, poi gli stipendi”. Manuel Brioni racconta di aver avuto anche un brutto incidente e di aver avuto 30 giorni di stop da parte del medico. La compagnia ha detto al pilota che sarebbe stata la cassa mutua bulgara a pagare lo stipendio, ma in realtà ciò non è mai avvenuto: “Gennaio non è arrivato e neanche febbraio. Alla fine, a marzo, ho dato le dimissioni. In tutto questo tempo ho ricevuto solo false speranze”. Il pilota racconta di aver intrattenuto rapporti epistolari e telefonici con il responsabile finanziario della compagnia, ma parla di aver ricevuto solo “false speranze” e “prese in giro”.
Attualmente, questo gruppo di piloti è rappresentato dagli avvocati De Amici e Petrova. La prima udienza si è tenuta il 26 agosto: “E’ stata forzatamente rinviata con motivazioni puerili: l’avvocato della compagnia aveva dimenticato i documenti in ufficio”. Manuel Brioni, così come gli altri piloti sentiti, dichiarano di avere tutta la documentazione che racconta dei tentativi di accordi in via amichevole per ottenere lo stipendio. Inoltre, ricordiamo, questi piloti sostengono di aver già interessato l’Enac con segnalazioni tramite mail: “Probabilmente è una cosa che andrà per le lunghe, ma bisogna essere positivi”.
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