TELEFONATE INOPPORTUNE? NASCE IL REGISTRO DELLE OPPOSIZIONI

Per tutelare i gli abbonati italiani dal sempre più pressante marketing telefonico viene istituito un apposito registro pubblico grazie al quale si potrà chiedere, gratuitamente, che il proprio numero telefonico sia iscritto nel registro quando non si desideri ricevere chiamate con finalità promozionali, dirette all’invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale. Il Consiglio dei Ministri del 16 aprile ha infatti approvato uno schema di regolamento per la disciplina del diritto di opposizione alla vendita e alla promozione di attività e servizi commerciali attraverso gli operatori telefonici, su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola. L’iscrizione a tale registro potrà avvenire tramite chiamata, raccomandata o fax e anche per via telematica ed avrà durata indeterminata, a meno che l’utente non decida di modificare la propria posizione. Varrà invece il meccanismo del silenzio assenso per coloro che vorranno continuare a ricevere telefonate pubblicitarie. Per il ministro Scajola, si è trovato “un punto di equilibrio tra le esigenze degli abbonati telefonici che non vogliono essere contattati e quelle delle imprese, che così potranno utilizzare con maggiore efficacia gli strumenti del telemarketing in un quadro di certezze e di concorrenza, che stimolerà la competitività”. Questo provvedimento potrebbe riallinearci con le direttive europee, infatti la mancanza di norme serie a tutela dei cittadini è già costata all’Italia l’invio di una lettera di costituzione in mora (prima fase della una procedura d’infrazione) da parte della Commissione europea per il mancato rispetto delle norme comunitarie in materia di privacy nelle comunicazioni elettroniche. In verità, molti dubbi provoca in ambiente europeo anche l’idea di un registro delle opposizioni, che capovolge la pressi mediante la quale i consumatori possano venire contattati dagli operatori dei call center. La normativa europea prescrive infatti che quei abbonati che vogliono essere raggiunti da telefonate commerciali diano il consenso ad essere inseriti in un elenco pubblico. Per quanto lontano quindi dalla prassi comunitaria, lo schema di regolamento inizia l’iter di concertazione che lo vedrà sottoposto al parere del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari nonché, per i profili di competenza, dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e del Garante per la protezione dei dati personali. Il ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con il Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti (Cncu), avvierà comunque una campagna di informazione per favorire la conoscenza delle nuove disposizioni. (Laura Curella)