Milano. La BIT2010 chiude i battenti e rinnova l’appuntamento alle migliaia di visitatori per l’anno prossimo. Per gli operatori e gli organi istituzionali è già tempo dei primi bilanci.
L’aumento dei visitatori rispetto all’anno precedente è un dato da tenere presente ma che non deve trarre in inganno. Il 2009 è stato l’annus horribilis anche per la Bit; l’incremento delle presenze deve essere quindi prima di tutto interpretato come un “ritorno alla normalità”. A supporto di questa tesi, le previsioni dei tour operator italiani ed internazionali, raccolte in una ricerca dell ISRNAT e Unioncamere, secondo i quali il 2010 potrebbe essere l’anno del rilancio del settore turistico.
Per la Sicilia e per la Provincia di Ragusa la manifestazione è sicuramente stata un’ ottima vetrina; a raccogliere maggiori consensi sono stati i tanti prodotti enogastronomici e le bellezze naturali dell’isola. Ragusa ha tenuto degnamente il confronto con altre province ben più blasonate, testimoniando una sempre maggiore visibilità, costruita in particolare nel corso degli ultimi anni.
Per avere però un riscontro economico su quanto fatto in questi quattro giorni di Fiera, bisognerà attendere quantomeno la fine della prossima stagione estiva, periodo in cui si raggiunge il picco delle presenze.
Le riflessioni che possono essere fatte, al momento, riguardano più che altro il tipo di offerta proposto dallo stand provinciale. E’ stato sicuramente positivo il fatto che i comuni iblei abbiano risposto in maniera sinergica all’iniziativa. E’stato altresì positivo vedere tanti rappresentanti delle istituzioni prodigarsi nell’intrattenimento dei visitatori, rimasti senz’altro favorevolmente colpiti dalla tradizionale ospitalità iblea. Le arancine hanno di sicuro “preso per la gola” i degustatori occasionali; delle riserve restano invece sulla effettiva efficacia dei contatti, instaurata tra gli addetti ai lavori iblei e del resto d’Italia.
La speranza di trovare albergatori, ristoratori, tour operator è andata in buona parte delusa. Per converso forse eccessiva la presenza di rappresentanti ai desk,spesso non in grado di fornire informazioni dettagliate di natura commerciale. Gli ampi spazi a disposizione avrebbero suggerito una migliore programmazione di eventi, incontri con il pubblico o con i professionisti del settore. In generale quindi l’evento è sembrato carente dal punto di vista organizzativo.
E’ stato poco sfruttato il canale di internet, se non per i comunicati stampa o per le notizie istituzionali sull’evento. Il sito non ancora attivo di Ragusaturismo avrebbe sicuramente costituito una piattaforma di incontro tra domanda ed offerta; in fase preliminare, a coinvolgere i privati partecipanti alla BIT e instaurare i primi contatti con i potenziali clienti e subito dopo la fiera ad mantenere ed intensificare i rapporti.
In generale è mancata quella effervescenza imprenditoriale che ci si sarebbe aspettata in queste circostanze. Il timore è che il settore turistico ragusano, sebbene disponga di un potenziale enorme, sembra non essere pronto dal punto di vista delle strutture ricettive, dei servizi e della professionalità. Delle responsabilità ricadono anche sugli amministratori che hanno forse curato in questi anni più le pubbliche relazioni che la sostanza. E’ opportuna quindi una imminente riflessione sul posizionamento strategico e sulle linee guida da seguire per completare la parte relativa all’offerta. Il rischio che le aspettative di un turista del ragusano vadano disattese è un danno economico e d’immagine troppo grande da sostenere; specie quando il settore si trova in uno stadio iniziale del suo sviluppo. (Giuseppe Scalone)