Ragusa, venerdì 13 febbraio 2015. I militari della compagnia carabinieri di Ragusa questa notte hanno sventato un tentativo di suicidio in città.
Poco prima delle ore tre del mattino, un giovane ventenne ragusano ha telefonato al 112 riferendo che stava per fare una “c…..a” (una stupidaggine – ndr) ma che non voleva creare troppi problemi e che quindi avrebbe preferito essere trovato in breve tempo dopo essersi impiccato con una fune in garage.
L’operatore, capita la gravità della situazione, resosi conto che se il giovane avesse percepito che i soccorsi erano già partiti avrebbe potuto far precipitare la situazione, ha fatto un cenno al collega e messo in viva voce la telefonata. L’altro militare, senza parlare, ha iniziato a cercare nella banca dati l’anagrafica del giovane che nel frattempo non voleva indicare il proprio indirizzo per evitare di essere salvato. Il tempo è tiranno, soprattutto se dall’altra parte del telefono c’è uno con un cappio al collo. Quindi mentre il primo operatore cercava di prendere tempo ponendo domande al giovane, che appariva in confusione e ormai disperato, chiedendogli perché lo volesse fare e provando di tanto in tanto a chiedergli l’indirizzo di dove fosse, nel frattempo l’altro operatore ha trovato l’indirizzo di casa del giovane e tramite un servizio di messaggistica istantanea del telefonino lo ha comunicato a due capi pattuglia che erano impegnati uno su Ragusa e uno su Ibla.
Con la speranza che il ragazzo fosse a casa propria e non in un altro garage, quindi, le due pattuglie – dato fondo al pedale dell’acceleratore, sono andate a casa del giovane e i quattro militari sono piombati in garage dove per fortuna hanno trovato il giovane, ancora con il telefonino in mano e l’hanno bloccato mentre un carabiniere toglieva la fune dalla trave.
I militari hanno cercato di portare il giovane alla calma e hanno chiamato i suoi genitori. Il ragazzo s’era depresso poiché disoccupato e aveva pensato di farla finita. I genitori, presolo in consegna, lo hanno accompagnato dal medico.
La freddezza, l’esperienza e l’arguzia dell’operatore che ha risposto al 112 e il lavoro di squadra svolto con l’altro operatore e i colleghi sulla strada hanno forse permesso di scongiurare una tragedia personale e familiare.