Tentato omicidio Di Martino: il gip convalida i fermi. Indagini consegnano un quadro allarmante

Alla base, un piano per fare fuori tutti coloro che hanno collaborato con la giustizia presenti a Vittoria, e Roberto di Martino, a cui il 25 aprile scorso sono stati sparati due colpi alla testa – che lo hanno ferito gravemente al collo e a un occhio – faceva parte del disegno. Il Gip presso il Tribunale di Ragusa ha convalidato i fermi di indiziato di delitto nei confronti di Biagio Cannizzo 51 anni, Raffaele Giunta 62 anni e Alessandro Pardo, 48 anni, confermando la custodia cautelare in carcere, sciogliendo la riserva assunta dopo l’udienza di convalida dello scorso 5 giugno. L’operazione, condotta dalla Dda di Catania non si è ancora conclusa.

Ai tre è stata contestata l’appartenenza alla “stidda” vittoriese

A tutti e tre è contestata l’appartenenza alla “stidda” vittoriese, mentre a Giunta e Cannizzo (quest’ultimo al momento della cattura era in possesso di un revolver 357 magnum con matricola abrasa e carica del relativo munizionamento) è contestato il tentato omicidio di Di Martino. Come si ricorderà, Di Martino, 62 anni, ex collaboratore di giustizia, era stato colpito lo scorso 25 aprile nella zona del cimitero di Vittoria. Una agguato mentre stava uscendo da casa.  Era riuscito a fuggire e a chiamare i soccorsi. Era poi stato trasferito in codice rosso all’ospedale Guzzardi di Vittoria. Un quadro particolarmente grave quello che emergerebbe dalle indagini che sono state svolte dalla Polizia, Squadra mobile, Scientifica e commissariato di Vittoria.

Le intercettazioni oltre ai tradizionali servizi di polizia giudiziaria ha permesso di raccogliere evidenze molto allarmanti: all’interno dell’associazione criminale sarebbe emerso “l’obiettivo dell’eliminazione fisica di un elenco di  persone che hanno collaborato con la giustizia e che sono in atto presenti a Vittoria, e ciò – nell’ipotesi investigativa – con scopi di vendetta e al fine di consolidare il controllo esclusivo di tutti gli affari illeciti di interesse dell’organizzazione criminale su Vittoria e sull’intera provincia di Ragusa”. Allarmante anche la grande disponibilità di armi “anche da guerra, e sul possibile utilizzo da parte degli associati alla consorteria mafiosa delle stesse, per portare a termine il disegno criminoso dell’organizzazione e per acquisire il controllo di attività economiche cittadine attraverso attività estorsive poste in essere ai danni di numerosi imprenditori e commercianti”. 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it