È tornato in libertà l’uomo, arrestato lo scorso 14 gennaio dai Carabinieri di Ragusa con l’accusa di strage e di porto di esplosivi per avere collocato un ordigno davanti la Questura di Ragusa.
Il Tribunale della libertà (Presidente Gabriella Larato) ha infatti annullato l’ordinanza di custodia cautelare emesso dal Gip di Ragusa Claudio Maggioni (PM Giulia Bisello), accogliendo pienamente la tesi della difensore avvocato Gianluca Gulino circa l’inidoneità del manufatto sequestrato ad attentare alla pubblica incolumità.
Già il Gip, dopo l’interrogatorio di garanzia dell’arrestato, aveva riqualificato i fatti escludendo il reato di strage, riconducendoli a quello meno grave di detenzione di materiale esplodente al fine di attentare alla pubblica incolumità, ma comunque confermando la custodia in carcere
Di diverso avviso, come detto, il Tribunale della libertà di Catania che ha escluso sia quel reato che quello più generico di detenzione e porto di esplosivi.
Come si ricorderà, il cittadino ragusano era stato colto casualmente da un’auto-pattuglia dei Carabinieri mentre stava collocando una bombola di GPL con alle estremità dell’ovatta verosimilmente imbevuta di materiale infiammabile. All’ interno della sua autovettura rinvenivano anche un flacone di plastica riempito a metà di benzina ed un coltello a scatto.
In realtà, però, ad avviso del difensore quel rudimentale ordigno non sarebbe potuto esplodere, anche se l’indagato avesse dato fuoco all’ovatta ed avesse aperto il rubinetto della bombola. Al più tutto ciò avrebbe potuto provocare una fiammata, ma non lo scoppio della bombola di GPL. Pertanto, quel manufatto non poteva essere considerato come esplosivo e non avrebbe mai messo a repentaglio la pubblica incolumità: tesi, come detto, pienamente recepita dal Tribunale della libertà etneo che ha annullato l’ordinanza in carcere per insussistenza dei reati ed ha immediatamente rimesso in libertà l’arrestato.