di Giuseppina Tesauro – Che dietro il successo ci siano sacrifici è risaputo. Ce lo conferma la storia di Francesco Bocchieri regista del pluripremiato docufilm “Antica Trasversale Sicula. Il cammino della dea Madre”. Bocchieri, professione elettricista, dopo 15 anni di attività nell’azienda SILT di Ragusa, decide nel 2018 di seguire il suo sogno e stare dietro la macchina da presa. Così, abbandonato il lavoro, insieme alla moglie Luana Dicunta realizza il documentario “Ragusa terra iblea”.
“Il documentario veniva proiettato in una saletta di visione a Ragusa Ibla sia per i turisti che per tutti coloro che volevano conoscere la storia della città iblea. Purtroppo, il progetto fallisce e siamo costretti a chiudere i battenti. Però accade che, fra le tante associazioni a cui avevamo mandato l’invito, da Vittoria venne a trovarci l’Associazione Antica Trasversale Sicula. Loro apprezzarono il nostro lavoro e noi conoscemmo la loro realtà. Fu in quel momento di tristezza, che dissi a mia moglie la frase da cui poi nacque il nostro progetto: ‘Sai che c’è, forse noi i documentari siamo più bravi a farli che a venderli’. Così il 4 ottobre 2019, partimmo insieme al gruppo di camminatori per la seconda edizione internazionale della Trasversale Sicula”.
Il cammino
La Trasversale Sicula è un cammino che si snoda per circa 650 Km. Partendo da Mozia arriva a Camarina e ha come tappe i maggiori siti archeologici della Sicilia. Un percorso che tocca 8 province e ben 57 Comuni, ricostruito dall’archeologo Biagio Pace, sviluppato dall’archeologo Giuseppe Labisi insieme al professore Giovanni Uggeri. Per la prima volta venne percorsa nel 2016 da tre camminatori: Giuseppe De Caro, Tano Melfi e Claudio Lo Forte, che furono i veri pionieri di questo cammino laico. Francesco Bocchieri decise di riprendere nella sua interezza e crudezza il cammino effettuato da un gruppo di circa trenta persone, che nel 2019 affrontarono questo percorso antico, tracciato sulle orme dei progenitori Greci e Fenici.
Il docufilm
Un progetto che lui stesso definisce “nato dal basso. La realizzazione del docufilm venne fatta con una attrezzatura da video-maker e con un low budget, finanziata attraverso un crowdfunding e da diversi sponsor. Le emozioni vissute dai camminatori – racconta Bocchieri – furono riprese senza filtri, non c’era nulla di artefatto. Il bello ed il positivo dei colori dei tramonti, dei frutti e dei fiori, si mischiava alle difficoltà, che divenivano non incidenti ma prove da superare. La pioggia ed il fango erano una sfida da affrontare, non qualcosa per cui lamentarsi”.
I momenti di contatto con la natura, intesa come madre nel docufilm, sono sottolineati dalle voci di Massimo Leggio e Rita Fuoco Salonia, accompagnati dalla colonna sonora originale di Vincent Migliorisi. Oggi, “Antica Trasversale Sicula – il cammino della dea Madre”, prodotto da Eternal Joy Movies e Terra Hiblea produzioni Video, è stato selezionato in tutto da 16 festival nazionali e internazionali. L’ultima partecipazione è stata al VI° Festival Internazionale del Film Documentario di Archeologia e Beni Culturali “Foça Film Days” in Turchia: un festival sostenuto dal Consolato italiano di Izmir e dal Centro culturale italiano di Istanbul. Ma questo progetto ha già ricevuto diversi premi: “Il documentario lo abbiamo presentato per la prima volta a settembre del 2021 al Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea, un evento oggi giunto alla XIII edizione, lì abbiamo ricevuto il primo premio Archeoclub d’Italia, come film più votato dal pubblico giudicato migliore di tutta la rassegna per il messaggio umano ed emotivo. Abbiamo vinto il primo premio al Travel Fest Albania, nella categoria History and Heritage. Ricevuto la menzione speciale ‘Amedeo Maiuri’ al Pompei Street festival. Al Ciak: si scava Festival internazionale del Cinema di Archeologia del Comune di Gambolò, abbiamo ricevuto il premio apprezzamento del pubblico e il premio Città di Gambolò. Questo film ha incuriosito molto ed ha avuto un successo per noi inaspettato. E’ stato trasmesso ad Eugene in Oregon al The Archaeology Channel, è stato presente a Creta all’International documentary festival of Ierapetra, a Firenze, a Conception in Cile, in Moldavia, a Rovereto, presso il Travel film festival di Larnaca a Cipro, a Parigi e in India”.
La Trasversale ha aperto nuovi orizzonti a Francesco Bocchieri, oppure grazie a questo docufilm il Cammino della Dea Madre è diventato più conosciuto ed apprezzato? “Il film ha inciso sulla comunicazione e sulla conoscenza del percorso, gruppi di persone lo intraprendono in solitaria; anche chi ha qualche disabilità, accompagnato, ha percorso delle tappe. La differenza fra questo e gli altri cammini esistenti e magari più noti è che questo è laico, non è religioso. Non si appoggia ad una rete di monasteri e chiese – spiega Bocchieri -, anche l’animo con cui viene percorso è differente. Le tappe sono tratteggiate dall’archeologo Giuseppe Labisi, che nel corso del documentario interviene con brevi appunti storici. Per noi questo documentario alla fine è diventato un atto di amore per la Sicilia stessa, abbiamo scoperto nuove realtà, l’accoglienza del nostro popolo che non ha smesso mai di stupirci. Abbiamo trovato alloggio grazie alle Proloco, ai Comuni, ma anche presso privati.
Abbiamo documentato la bellezza di ben 6 parchi archeologici, 7 riserve naturali e 47 siti di interesse storico. Abbiamo colto lo stupore della gente dei luoghi da dove siamo passati, poiché non abituati a vedere considerato il posto in cui abitano come un sito di rilievo e di interesse. Questo credo che sia uno dei punti di forza di questo lavoro: la valorizzazione di questi luoghi dimenticati e fuori dagli itinerari turistici classici, motivo per cui la diffusione del docufilm Antica Trasversale Sicula.
Il cammino della dea Madre verrà presto pubblicato nella sua versione completa su YouTube, per essere fruibile a chiunque. Sarà sottotitolato in inglese, francese e turco. Per quanto riguarda me – conclude Francesco Bocchieri – dopo il rumore, stavolta in positivo del docufilm, lavoro come video-maker. Realizzo progetti con le scuole, progetti culturali, interviste per l’Archivio di Stato di Ragusa. Io provengo dalla classe operaia, che spesso viene identificata come lontana dalla cultura.
Quando ho letto la storia della mia città me ne sono innamorato, l’idea di realizzare un documentario è nata perché mi piace pensare a me ed al mio lavoro come un elemento di passaggio: essere un mediatore. Io sto nel mezzo, ho il linguaggio di un operaio e la curiosità di chi è uno studioso. Ciò mi aiuta nel semplificare alcuni argomenti e renderli accessibili a tutti. Se con il mio lavoro riuscirò nella vita ad avvicinare anche una sola persona alla cultura, per me sarà una vittoria. Voglio pensare a me non come ad un regista sofisticato, ma come uno che passa le informazioni, le filtra, le semplifica e cerca di incuriosire ed interessare la gente”.