TROMBOSI: COLPITI PIÙ DI 8000 GIOVANI L’ANNO

In Italia sono circa 600 mila le persone annualmente colpite da infarti, ictus e malattie cardiovascolari causati da trombosi, che consiste nella formazione di coaguli che impediscono il flusso sanguigno privando così gli organi di ossigeno e nutrienti.

Nei Paesi Industrializzati queste patologie, nel loro insieme, costituiscono la prima causa di morte o di grave invalidità.

Tra le cause principali della trombosi una è sicuramente da identificarsi con la sedentarietà.

Per tale motivo, in occasione della IV Giornata Nazionale per la lotta alla trombosi è stato lanciato l’hastag #AltPigrizia: utilizzando il linguaggio dei “social network” si vuole rimarcare il fatto che di tali malattie vengono colpiti in Italia più di 8000 giovani l’anno, cosa di cui «si parla poco, e il rischio è di arrivare troppo tardi alla diagnosi. Il medico fa fatica a capire di trovarsi di fronte a un ictus o a un’embolia in un neonato».

Analizzando pazienti tra 0 e 18 anni «è stato possibile comprendere che la trombosi nei bambini colpisce soprattutto a livello cerebrale, sotto forma di ictus ischemico, più frequentemente i maschi, e intorno ai 4-6 anni. Solo 6 casi su 100 vengono diagnosticati entro le 3 ore necessarie a impostare una cura efficace, in oltre 60 casi su 100 la diagnosi avviene tardi, dopo 24 ore»  spiega il dr. Paolo Simioni, del Dipartimento di medicina all’Università di Padova.

Lo slogan della Giornata è «questa è scienza, questo è buon senso» perché la salute deriva non solo dall’aiuto di farmaci, ma anche dalla responsabilità degli individui che dovrebbero scegliere corrette abitudini alimentari e stili di vita sani.

«Sono troppi coloro che ancora oggi ignorano quanta differenza fa lo scegliere consapevolmente, giorno dopo giorno, uno stile di vita intelligente, che non richiede denaro, né fatica, solo volontà, per proteggere il nostro cuore, il nostro cervello, il nostro corpo dalle malattie cardiovascolari da trombosi. Queste patologie potrebbero essere evitate in un caso su tre, con l’informazione, la conoscenza e uno stile di vita sano» (Associazione italiana per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari).