“UBU ROI” DI DECLAN DONNELLAN

Una deliziosa favola del bene sul male di una società e una critica alla borghesia basata sui convenevoli e sulle apparenze, una critica tagliente del mondo  vuoto di oggi, questo lo spettacolo del grande Declan Donellan, “UBU ROI” di Alfred Jerry: Donnellann ci ha regalato,fra l’altro,un incontro all’Esplanada,il luogo dove avvengono le interviste pubbliche e gli intermezzi musicali in attesa degli spettacoli serali,quando ci si rilassa ,ci si incontra e si consuma la cena serale. L’Esplanada è il cortile della scuola con il  Teatro all’aperto,uno degli spazi storici del Festival. 

Una tavola apparecchiata elegantemente,un sofà , una recitazione parlata,sussurrata,basata sulla gestualità ampiamente.  Camille Capol,Cecile Le TermeCristoph Gregoire,Sylvain Levitte, Bouard,Xavier Boiffier gli straordinari interpreti.

 Scenografia sobria ma ricca di elementi semplici e quotidiani ,anche provenienti dalle normali cucine casalinghe,che acuiscono la paradossalità della storia,creando un clima altamente surreale.  La sensazione dell’inizio dello spettacolo è dell’aspettativa, i due interpreti aspettano gli amici per consumare una cena come tante altre nella vita di tutti i giorni. Un attore riprende con una macchina da presa i dettagli di tutto e segue come un narratore esterno i fatti. Tutto sembra normale,una conversazione piena di convenevoli, ma tutto si rovescia all’improvviso in una lotta tra il bene e il male,tra Doctor jeckyl e Mister Hyde. Tutto si capovolge con effetti scenici che coinvolgono anche il pubblico presente,circa mille e trecento persone. Il mistero, l’atmosfera da thriller piace e crea l’aspettativa:un’avventura nell’io di ognuno di noi, un tuffo in quel bambino,che è dentro di noi, come diceva Giovanni Pascoli.Il pubblico è stimolato e curioso di vedere come va a finire. Il tutto è condito da una sottile ironia, da una comicità che nasce dall’accostamento tra il grande e il piccolo, tra il paradosso e il quotidiano. 

Tutto si trasforma per ritornare normale e consueto in quella  recitazione sussurrata. Momenti di grande poesia quelli della danza e del ballo come intermezzi sostanziali ad una storia che si ripete ogni giorno.

Il Festival di Almada con questo spettacolo ed altri ,che abbiamo seguito, si può annoverare tra le Manifestazioni internazionali, e ome un crocevia di popoli che si incontrano e dialogano tra loro.