Arriva da nove consiglieri comunali della sua stessa maggioranza che hanno firmato e protocollato un’interrogazione, specifica e dettagliata, che fa le pulci sul recente “cammino” burocratico dello stato finanziario dell’ente. In che maniera? Riprendendo stralci delle note del responsabile del servizio finanziario e dei revisori dei conti chiedendo in ultimo all’Amministrazione Monisteri come intende attivarsi o se ha già attivato “le procedure amministrative e contabili previste dalla legge e sollecitate dai diversi uffici ed organi di controllo”. A firmare l’interrogazione i consiglieri della lista Modica al Centro e cioè Piero Armenia, Fabio Borrometi e Daniela Spadaro, la presidente del Consiglio Mariacristina Minardo, i consiglieri della lista civica Prendiamoci Cura Michelangelo Aurnia, Margherita Cascino, Cristina Cecere e Neva Guccione ed al consigliere della Democrazia Cristiana Giorgio Civello. Sono tutti consiglieri comunali che sostengono il sindaco Monisteri e la sua giunta, esponenti di maggioranza che hanno deciso di aprire uno squarcio sulla difficile situazione finanziaria di palazzo San Domenico.
Troppi i milioni di euro da smaltire per una città che ha già applicata un’alta tassazione tributaria e troppi da smaltire anche se venisse in aiuto il governo nazionale con un aiuto finanziario e con la possibilità di spalmare in trent’anni il deficit. Ipotesi, questa, sulla quale stanno lavorando a Roma per venire in aiuto degli enti che si trovano in situazioni finanziarie incancrenite nel tempo senza soluzioni di facile smaltimento. Dall’interrogazione dei nove consiglieri di maggioranza dovrà arrivare la risposta del sindaco Maria Monisteri e della sua amministrazione su ciò che si vorrà (o forse si dovrà) fare. Anche se l’ipotesi del dissesto finanziario non solo non è lontana ma non è neanche peregrina. Le note della responsabile del servizio finanziario, risalente allo scorso 15 novembre, e dei revisori dei conti data 20 novembre sono chiare. La prima scrive: “Preso atto dell’importante squilibrio strutturale provocato dal maggior disavanzo di amministrazione rideterminato dalla Sezione Regionale siciliana della Corte dei Conti con deliberazione n.250/2024 del 09.09.2024, relativo alle annualità 2021, 2022…omissis…determina l’impossibilità di recupero ai sensi dell’art. 188 del d.lgs 267/2022, e che pertanto l’unica via percorribile è l’avvio della procedura di dichiarazione di dissesto finanziario ai sensi degli art. 244 e seguenti del d.lgs 267/2000, salvo eventuali e/o sopraggiunti interventi legislativi in materia di risanamento per gli Enti locali”. E ancora è sempre il responsabile finanziario dell’ente di palazzo San Domenico a scrivere nella sua relazione che “l’Ente non è in condizioni di garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ed non è in grado di assolvere a crediti liquidi ed esigibili, oltre a Debiti fuori bilancio e copertura disavanzi partecipate, il tutto in violazione degli obblighi di cui ai commi 1,2,3 dell’art. 191 del TUEL”. Dopo cinque giorni sono i secondi a scrivere. E’ datata 20 novembre scorso la nota dei revisori dei conti con cui l’organo di controllo invita “l’Ente ad attivarsi, senza indugio, ad avviare le procedure di cui all’art. 244 e seguenti del D.lgs 267/200 ed atti consequenziali ognuno per le proprie competenze”.
Ora la città sa, conosce quello che cosa c’è dietro l’angolo perchè le note, scritte e firmate da professionisti che conoscono le carte, sono chiare e mettono tutto sul tavolo.
I nove consiglieri comunali di maggioranza, forti delle due specifiche corrispondenze, hanno avuto l’ardore di portare la questione in aula per fare chiarezza e magari prendere le distanze da situazioni debitorie che risalgono ad altri tempi e che non sono di questa amministrazione alle prese con mille difficoltà nel tentativo di tenere in piedi l’attività di governo e dare a Modica serenità e sicurezza.