UN CONCERTO “MAESTOSO”

Nella serata di domenica 19 aprile, in cui si celebravano i riti in onore del Santo Patrono, San Giorgio, si ospitava contemporaneamente, nel più piccolo teatro d’Europa, quello di Donnafugata, il concerto di due musicisti di fama internazionale, che hanno suonato alcune delle più belle musiche dei film, Cinè-Emotions. Alceo Passeo è uno dei pianisti più amati ed eclettici del panorama musicale parigino, che svolge un’intensa attività concertistica internazionale, ha partecipato anche alla realizzazione delle musiche di una ventina di film, tra cui “La vie en Rose” con Marion Cotillard e Gèrard Depardieu, “Les enfants du siecle” con Jiulette Binoche, solo per citare alcune delle sue numerose performance; Chloè Boyaud al violoncello, che si esibisce regolarmente in concerti in Francia con l’orchestra nazionale dei Paesi della Loira e l’orchestra di Bretagna. Partecipa spesso alle sezioni d’orchestra sinfonica, diretta da grandi Maestri come Serge Baudo, Jean-Claude Casadesus, Armin Jordan. Tutto questo come sempre organizzato da Ibla Classica International, il cui direttore artistico è il Maestro Giovanni Cultrera. Ad aprire il concerto due giovani talenti Ester Gabriella Ventura, soprano e Martina Alù, pianista. Il teatro, che risale alla prima metà del 1800, è un gioiello architettonico unico perché si trova all’interno di un edificio nobiliare, Palazzo Donnafugata (dei primi del 1700), che a sua volta è una perla dentro la città di Ragusa Ibla, e Ibla stessa è un’isola nell’isola del Val di Noto! Quindi il teatro è un piccolo contenitore di una grande matriosca tardo barocca, che svela al suo interno tesori preziosi e raffinati, tra cui la mostra “Respiro d’arte” di Ausilia Miceli. Le note musicali, scandite dalle mani dell’eclettico musicista Passeo e dalla sofisticata violoncellista Boyaud, riescono a rievocare tra gli spettatori forti emozioni per il legame con i film di cui ne sono state colonne sonore, (Il favoloso mondo di Amelie, Il pianista, Il padrino, La strada, Amarcord, La vita è bella…), e, attraversando la sala del teatro si dissolvono nelle sale del foyer in cui sono installate le tele della pittrice Miceli, diventando un unico elemento. Anche i turisti di passaggio a Ibla, vengono rapiti e affascinati dal teatro che permette il connubio di varie forme d’ arte, e di arte si respira l’essenza più intima e pura, perché l’arte non conosce differenze geografiche o sociali. Per comprendere e amare l’arte occorre avere un cuore puro e un animo sensibile. Dopo il concerto, nelle sale del foyer, che funge da trait d’union, la pittrice Miceli, ci regala la possibilità di comprendere la sua anima, perché, come lei stessa dice, <Ogni tela è come uno specchio che riflette l’immagine del suo autore>. Le sue opere consentono di instaurare un intimo collegamento sensoriale tra l’opera stessa e l’osservatore, creando una realtà “irreale”. Nella prima sala del foyer sono sistemate le ultime “creature”, come ama definirle lei stessa. E’ lampante la predilezione dell’artista per i colori intensi e raffinati, e, soprattutto per l’intimo mistero del “femminino”. Dimostrando di avere un’ottima conoscenza dell’anatomia umana, Ausilia Miceli, realizza donne dal volto spesso velato e coperto, che dialogano con l’osservatore attraverso le forme del corpo, sinuose e statuarie, svelando il fascino femminile nella sua essenza più pura. Il celare con veli, e volti coperti, genera mistero, e questo fa sì che chi guarda, si identifichi in questi personaggi, accrescendo in essi il desiderio di conoscere questo meraviglioso universo.