L’ambientalista siracusano Sebastian Colnaghi è impegnato in una missione speciale: proteggere la salamandra pezzata, un anfibio raro e fragile che popola le colline e le montagne d’Italia. Recentemente, Colnaghi ha avuto la fortuna di avvistarla durante una spedizione in Piemonte, nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola. “È stato un incontro incredibile – racconta –. La salamandra pezzata è un animale straordinario, facilmente riconoscibile per il suo corpo nero lucido e le vivaci macchie gialle, ma è anche estremamente vulnerabile. La sua sopravvivenza è minacciata dalla distruzione degli habitat e dall’inquinamento delle acque”.
La salamandra pezzata, nome scientifico Salamandra salamandra, trova condizioni ideali per l’avvistamento tra la fine dell’estate e l’inizio delle prime piogge autunnali, quando preferisce terreni umidi e temperature moderate. Dopo aver osservato la Vipera walser, un’altra specie in difficoltà, Colnaghi ha rivolto la sua attenzione a questo anfibio, simbolo di biodiversità e vittima di un ambiente sempre più ostile.
La salamandra pezzata è legata anche a un’antica credenza popolare: si pensava potesse sopravvivere al fuoco. Questa leggenda nasce dal fatto che, trovando riparo nei tronchi d’albero, gli animali fuoriuscivano quando i tronchi venivano bruciati. Persino Plinio il Vecchio, il celebre naturalista romano, la menzionò nella sua opera Naturalis Historia.
Colnaghi insiste sulla necessità di azioni concrete per la salvaguardia della specie: “Nonostante i miti, la salamandra pezzata è fragile e necessita di maggiore protezione. Bisogna intervenire creando riserve naturali, ripristinando ambienti degradati e gestendo meglio i corsi d’acqua.” L’ambientalista sottolinea infine l’importanza della sensibilizzazione delle comunità locali: “Solo con un impegno collettivo possiamo garantire la sopravvivenza di questa specie e, con essa, di molti altri tesori naturali.”
Grazie alla dedizione di persone come Colnaghi, la protezione della salamandra pezzata si trasforma in una missione condivisa, per tutelare una parte preziosa e fragile della biodiversità italiana.