“UN PONTE TRA LE CULTURE: DALLA POLIS ALLA CIVITAS”

Un progetto ambizioso, che nasce dall’interazione delle varie componenti che si muovono all’interno di una città, e che punta a ripensarne gli elementi progettuali, soprattutto in centro storico, per superare l’attuale momento di degrado, e arrivare a modelli di sostenibilità più coerenti e al passo con i tempi.

È questa l’idea di fondo del workshop internazionale di progettazione “Un ponte tra le culture: dalla polis alla civitas” promosso dalla Fondazione Arch Ragusa, dall’Ordine degli architetti di Ragusa, dalla Cattedra di dialogo tra le culture della Diocesi di Ragusa, dagli assessorati alla Cultura e all’Urbanistica e ai Centri storici del Comune di Ragusa e dalla Soprintendenza ai beni architettonici e culturali, presentato questa mattina a palazzo dell’Aquila.

Un workshop che intende promuovere, in un’epoca di smarrimento e di degrado a più livelli, l’intramontabile idea della bellezza, declinata nell’arte, nell’architettura e nella teologia, con particolare riferimento al tempo, allo spazio e alla luce.

“Il workshop – ha chiarito il presidente della Fondazione Arch, Gaetano Manganello – intende iniziare al dibattito e al confronto i cittadini che per la loro diversità sociale, culturale, religiosa ed anagrafica costituiscono la memoria storica dello sviluppo urbano e sociale della città e sono testimoni del grado d’interazione e delle mancanze oltre che delle priorità sociali. Tale confronto può indurre ad uno stimolo ed un arricchimento per il percorso professionale di coloro che operano nel settore della progettazione urbana ed architettonica”

Come area d’intervento, lo ha chiarito l’assessore comunale all’Urbanistica, Giuseppe Di Martino, è stato individuato l’asse costituito da spazi che si snodano lungo la via Roma, concepibili come possibili zone da riqualificare: dalla rotonda Maria Occhipinti in via Roma al portico del Vescovado, con annesso giardino; da piazza San Giovanni e palazzo ex Ina all’isolato urbano dell’ex teatro della Concordia. “E’ una sfida importante – ha chiarito l’assessore alla Cultura, Stefania Campo – per discutere quella che è la fisicità di Ragusa, molto articolata già di per se stessa. Saranno poste delle problematiche nel corso delle sei giornate del workshop a cui speriamo di fornire delle risposte all’altezza della situazione”

Il direttore della Cattedra “Dialogo tra le culture”, padre Biagio Aprile, ha ricordato che “poiché il tema della “corresponsabilità” può tranquillamente essere oggi declinato in quello dell’intercultura, intesa come responsabilità condivisa di abitare e costruire l’urbe, si intende approfondire la dimensione relazionale dell’essere umano capace di assumersi il peso della responsabilità nei confronti dell’altro, della comunità intera e del cosmo, aperto alle influenze provenienti da culture altre e dalla dimensione trascendente, nella consapevolezza che la diversità è fonte di ricchezza e di complessità”.

Il primo appuntamento del workshop, che gode del patrocinio del Consiglio nazionale e della Consulta regionale degli architetti, è in programma lunedì 16 giugno a partire dalle 9,30 al vescovado di via Roma, nella sala del fondo Antico. Il workshop, con la programmazione di vari momenti di laboratorio che si svilupperanno sulla base delle esigenze scientifiche che di volta in volta emergeranno, andrà avanti sino a sabato 21 giugno quando ci sarà la presentazione dei progetti elaborati dai gruppi partecipanti.