Debutto romano per la giornalista Valentina Raffa con il romanzo Shira. L’angelo nero, edito da Arduino Sacco editore, presentato al Cafè du Parc.
Un racconto fantasy-filosofico che, muovendo da ambiti leggendari, approda alla denuncia delle metastasi dell’attuale società: zoomafia, sfruttamento della prostituzione, del lavoro minorile, omertà, corruzione, ecc. “Si potrebbe azzardare che Shira. L’angelo nero sia il primo “fantasy siciliano” – ha scritto il giornalista Mario Bonanno nella sua prefazione all’opera -. Dal fantasy mutua l’approccio dicotomico alla realtà (Bene/Male come antinomie assolute e immanenti). Fantasy è l’impronta romantico-dark dei suoi protagonisti principali, come anche alcune situazioni topiche del romanzo – basti pensare alle epifanie di Shira e del suo alter-ego maschile Dan -.
Fantasy risulta pure la toponomastica del racconto, traslazione di una Sicilia che-non-c’è, smarginata e “fantastica”, pur se riconoscibile ovunque nel racconto. Volendo scomodare antesignani: una Sicilia trasferita dalle pagine della letteratura italiana a una terra-di-mezzo, tipica del filone fanta-gotico. Una Sicilia acquiescente al Potere, seppure strappata alla stereotipia. Assunta a parabola/scenario di commedia umana (“la Sicilia come metafora” di sciasciana memoria). Attenzione dunque. Perchè questo primo romanzo di Valentina Raffa è più infido e stratificato di quanto possa apparire a prima vista. Si legge d’un fiato, in preda alla malia che discende del plot, ma sarebbe utile, di tanto in tanto, ritornarci su.
Per comprenderne appieno i risvolti sottesi, tracce di quella narrazione chiaroscurale e fratta, punto di forza dell’autrice: una commistione voluta di aulico e cronachistico, barocco e gergale, al crocevia di storia e attualità, realismo (magico) e fantasia. La Raffa attinge da suggestioni gotico-romantiche e vampiresche (Stoker e discendenti), quindi spiazza con un guizzo di scrittura post-moderna, un inglesismo, un lampo improvviso, un richiamo all’attualità, conferendo al racconto un tratto suo, del tutto personale”. “Shira nasce in un momento difficile per me – ha detto l’autrice -. È un racconto di denuncia e di riscatto al contempo. Quando si scrive un libro, al di là della trama c’è sempre uno o più messaggi che si vogliono veicolare. Uno di questi è il rispetto della vita a chiunque appartenga”.
Presente all’evento Massimo Comparotto, presidente nazionale Oipa, associazione di cui la Raffa è delegata per la provincia di Ragusa, che ha sottolineato l’importanza del messaggio del libro, e l’editore Arduino Sacco: “Il mio mestiere, avendo scelto la strada impervia dell’editoria vera, quella non a pagamento, mi porta a selezionare le opere su cui investire. Shira. L’angelo nero mi ha stregato e credo che volerà per tanto tempo sulle bocche dei lettori”.