UN RAGAZZINO: LA VERA INTEGRAZIONE RISPETTARE LE REGOLE

Santa Croce Camerina ancora teatro di liti tra extracomunitari. Dei tunisini hanno litigato per futili motivi in via Roma. Traffico bloccato, arrivo dei vigili, dispersione sia del capannello di persone, sia dei litiganti, soliti commenti dei residenti, solita intolleranza. Le novità in questo caso non sono stati i commenti degli adulti, ma quello di un ragazzino tunisino. Circa sedici anni, va a scuola, gioca a calcio, ha amici tunisini e italiani in egual misura. Si sente Italiano, perché è nato in Italia, i suoi genitori vivono e lavorano in paese: “Questi che litigano non sono buoni né qui né a Tunisi. Se la polizia li prendesse come li prende a Tunisi ci penserebbero bene prima di litigare. Qui per il rispetto che la Polizia ha per queste persone, temendo che la chiamino razzista, finisce che li trattano bene, invece dovrebbero punirli come da noi.

Prendi quelli che litigano con i vicini perché buttano l’acqua fuori, non è che a Tunisi l’acqua si butta fuori, si butta come qui. Se gli facessero la multa non lo farebbero più. E se un paesano buttasse l’acqua fuori gliela farebbero la multa e anche le “cazziate”. Mio padre dice che questi tizi sono la nostra rovina. Pure quelli che gli danno la lezione dei loro diritti dovrebbero dirgli invece che sono qui e qui devono rispettare le regole” Così il ragazzino di quindici anni ed il suo discorso non fa una piega e si accomuna a quello di altri tunisini che gestiscono attività commerciali i quali  sono concordi nel dire, che forse regole più severe, certezza della punizione e smettere con un finto buonismo, sarebbero il primo passo per una vera integrazione. E se lo dicono loro, possiamo crederci. (Pina Cocuzza)