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Una proposta di legge della CGIL per salvare i comuni iblei dalla crisi finanziaria

La situazione finanziaria critica di molti comuni della provincia di Ragusa, evidenziata dal segretario provinciale della CGIL Giuseppe Roccuzzo, rappresenta una sfida complessa con impatti significativi sull’occupazione e sulla tenuta economica del territorio. L’analisi di Roccuzzo individua un legame diretto tra il dissesto finanziario degli enti locali e la crisi economica e sociale che ne deriva, con ricadute profonde sul tessuto produttivo, sui servizi e sull’occupazione.

La proposta legislativa

La proposta di Roccuzzo si concentra su un intervento strutturale destinato ai comuni fino a 100.000 abitanti, in particolare quelli iblei, che hanno dichiarato il dissesto finanziario o fallito i piani di riequilibrio finanziario tra settembre 2020 e maggio 2025. L’iniziativa prevede: anticipazione di liquidità fino a 150 milioni di euro erogati da Cassa Depositi e Prestiti. Liquidazione dei debiti: risorse trasferite agli Organismi Straordinari di Liquidazione per garantire pagamenti rapidi ai creditori (entro 90 giorni). Piano di ammortamento trentennale con un tasso d’interesse legato al rendimento dei Buoni pluriennali del Tesoro (BTP) a 5 anni.

Le criticità

Roccuzzo sottolinea come il dissesto finanziario, oltre a rallentare i pagamenti ai creditori, abbia compromesso la capacità degli enti locali di gestire la manutenzione delle infrastrutture e di bandire nuovi appalti. Questo ha generato un circolo vizioso che ha colpito sia le aziende locali, incapaci di garantire salari regolari, sia l’occupazione, con perdita di posti di lavoro e chiusure di attività.

L’appello

Il segretario CGIL invita le istituzioni nazionali e locali ad avviare un confronto per l’approvazione della proposta legislativa, ritenendo essenziale un intervento che vada oltre le misure tampone e affronti alla radice le cause del dissesto.