Per la serie gli esami non finiscono mai, l’Asd Ragusa Calcio 1949 scende di nuovo in campo domenica, stavolta allo stadio Aldo Campo di contrada Selvaggio (inizio gara alle 14,30), per affrontare una delle pretendenti al salto di categoria in Serie D. Arriva, infatti, il Sant’Agata che, distanziato di quattro lunghezze dal gruppo azzurro, cercherà di colmare il divario per migliorare ulteriormente il proprio ruolino di marcia. “Ci attende, di sicuro – sottolinea l’allenatore del Ragusa, Alessandro Settineri – una partita piacevole e intensa allo stesso tempo, così come è stato con il Giarre, visto che di fronte ci troveremo una squadra che gioca a calcio e che possiede atleti di altissima qualità oltre a potere contare su un buon collettivo. Tra l’altro, una squadra che non ha mai nascosto le proprie velleità che sono quelle di aggiudicarsi questo campionato.
Per quanto ci riguarda, noi, come sempre, proveremo a fare la partita, di giocare come sappiamo cercando di gestire l’incontro e questo per principio. Poi, naturalmente, ci sono gli avversari e quindi grande rispetto nei loro confronti. Però, come è sempre accaduto finora, giocheremo la nostra partita per fare risultato pieno”. Il Ragusa dovrà rinunciare a Rosalia e Cappello, entrambi appiedati dal giudice sportivo, mentre l’infermeria continua ad essere particolarmente piena.
“Non è un momento roseo da questo punto di vista – prosegue Settineri – ma per quanto mi riguarda vige un concetto che è quello del gruppo per cui se credi nel gruppo dopo non puoi lamentarti. Mancherà anche Chiavaro, convocato nella Nazionale di beach soccer e quindi, realmente, ci troviamo alle prese con qualche deficienza. Però, lo ribadiamo, abbiamo un gruppo molto compatto, con tutti gli elementi che si fanno trovare pronti a fornire un contributo. E questo rappresenta un valore aggiunto su cui non tutti possono contare”.
E il direttore sportivo Emanuele Merola aggiunge: “Ci attende una partita molto tosta, contro una delle migliori squadre di questo girone. Dovremo cercare, per quanto possibile, di sfoderare i pezzi migliori del nostro repertorio. Non potranno esserci, per tutto l’arco dei novanta minuti, e anche oltre, abbassamenti di tensione. Occorrerà dare il massimo”.