Abbiamo appreso con disappunto e sconcerto, dagli uffici dell’Area del Personale dell’Università di Catania, che sono state bloccate le procedure per la nomina delle commissioni che dovrebbero dar corso alle selezioni previste dai bandi per il reclutamento di 13 ricercatori universitari a tempo determinato ed i cui termini sono scaduti lo scorso 12 settembre.
Italia dei Valori, nella conferenza stampa tenuta l’8 settembre a Ragusa, aveva paventato il rischio che la tensione crescente nei rapporti tra Consorzio Universitario ed Ateneo catanese avrebbe potuto avere esiti drammatici per la nascente Facoltà di Lingue e Letterature straniere a Ragusa.
Tali esiti si sono puntualmente verificati, anche a causa di irresponsabili dichiarazioni di personalità della politica che si sono sempre disinteressate della presenza universitaria nel territorio ibleo e che ora la scoprono quale veicolo di una rozza propaganda personale.
Ci riferiamo, in particolare, a quanto attribuito dalla stampa all’on.le Fabio Granata il 14 settembre scorso, a proposito di “inadempienze sostanziali” dell’Università di Catania e di un “comportamento discutibile” di quest’ultima, evidentemente attribuito da Granata al Rettore Recca.
Nulla di più falso e mistificatorio dal momento che, come abbiamo ampiamente dimostrato, il Rettore Antonino Recca ha dato corso con puntualità ad ogni obbligazione assunta dall’Ateneo con la convenzione del giugno 2010. Viceversa, la controparte rappresentata dal Consorzio universitario, ma soprattutto dagli enti locali, non ha onorato puntualmente le scadenze di pagamento costringendo l’Ateneo ad intimare una diffida di pagamento della rata scaduta il 31 luglio, per l’importo di euro 650.000 ed a transazione sul debito precedentemente maturato, entro un termine perentorio che scadrà il prossimo 20 settembre.
Ricordiamo che è prossima la scadenza del 31 ottobre, entro la quale dovrà essere versata all’Ateneo la metà di quanto dovuto per l’a.a. 2011-12 (euro 2.025.000).
Ci chiediamo quale opinione l’on.le Granata abbia dell’Università di Catania e del suo Rettore, costretto suo malgrado a trasformarsi in esattore laddove dovrebbe occuparsi di formazione e ricerca ma, al di la delle opinioni personali del politico di turno, un fatto è certo: si rischia di arrecare un danno gravissimo ed irreparabile al territorio, compromettendo l’esistenza della Facoltà di Lingue e Letterature straniere che, in mancanza di docenti strutturati in numero sufficiente, verrebbe messa nelle condizioni di non poter garantire agli studenti un’adeguata formazione.
Facciamo un appello affinché cessi la sterile e dannosa contrapposizione determinata soltanto dal desiderio di scaricare su altri responsabilità che competono a chi è rimasto per oltre un anno nell’inerzia più totale e continua ancora oggi ad invocare un Quarto polo universitario, ben sapendo che non esistono più le condizioni, neppure sul piano normativo, per la sua realizzazione.
Si abbia il coraggio di ammettere il proprio fallimento, ricucire lo strappo con l’Università di Catania, rassicurando l’Ateneo, e dichiarare che si farà di tutto per onorare gli impegni presi, altrimenti il colpo mortale alla “presenza universitaria iblea” verrà assestato proprio da chi millanta di esserne il salvatore.