ROMA (ITALPRESS) – «Un piano pluriennale si deve fare. La prima cosa, però, è ascoltare gli enti di ricerca e gli atenei per capire come muoversi. Siamo d’accordo, lo faremo insieme, io e il presidente del Consiglio. Dovremo affrontare anche il problema della semplificazione, perché nell’università ci sono troppe regole complicate”. Lo dice il neo ministro dell’Universita’ e ricerca, Gaetano Manfredi, intervistato dal Corriere della sera.
“Cosa è accaduto con Fioramonti – aggiunge – io non lo so. So che quella cifra, un miliardo, è quanto è stato tagliato dei fondi per l’università negli ultimi anni e che dovrebbe essere recuperato. Ma so anche che la situazione della finanza pubblica è difficile e che non e’ possibile recuperare tutto subito. Però non possiamo considerare l’università e la ricerca come la cenerentola del Paese: occorre un impegno da parte di tutto il governo e un piano per rispondere alle esigenze di questi settori in tempi ragionevoli”.
“Occorre programmare – dice Manfredi in un’intervista a
Repubblica- investimenti anche per gli anni prossimi: poter
contare sulle risorse e’ fondamentale. Capisco che non si possa
fare subito tutto, ma si puo’ appunto intervenire ora con il Piano per i ricercatori. Una priorità assoluta è dare continuità al loro reclutamento”.
Per i nuovi ingressi e i rientri dall’estero, quante risorse?
“Un investimento di cento milioni all’anno. Un Piano quinquennale: 500 milioni. Parlo di cinque anni perché all’Italia serve stabilità…”.
(ITALPRESS).
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