Il reparto di Urologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa si trova in una situazione preoccupante. Dopo l’ammanco cronico di personale medico, ora si aggiunge l’assenza del primario, il quale ha rassegnato le dimissioni dall’incarico. Questa notizia ha suscitato preoccupazione per le sorti del reparto e per la tutela da parte della direzione generale dell’Asp.
La possibile sottrazione di servizi e prestazioni dal Giovanni Paolo II, in favore del Maggiore di Modica, che ha beneficiato di un finanziamento di oltre due milioni di euro per la ristrutturazione di Urologia e Chirurgia, rappresenta una ulteriore preoccupazione. È importante che il Giovanni Paolo II rimanga baricentrico all’interno del territorio provinciale e sia facilmente raggiungibile da tutte le parti della provincia.
La proposta presentata dalla deputata regionale Stefania Campo per un disegno di legge che limiti il tetto massimo del fabbisogno della pianta organica delle strutture ospedaliere all’80% per lasciare quote libere relative a medici da dirottare verso nosocomi che registrano maggiori necessità, sembra positiva. Tuttavia, è necessario trovare soluzioni efficaci per garantire la salute dei cittadini della provincia di Ragusa, affrontando le sfide di una domanda crescente di servizi sanitari, delle limitazioni di bilancio e della carenza di personale medico.
In ogni caso, il sistema sanitario della provincia di Ragusa deve garantire la qualità e l’accessibilità dei servizi sanitari ai propri cittadini, e la situazione della Urologia di Ragusa rappresenta solo uno dei tanti problemi che affliggono il sistema sanitario italiano. Speriamo che si possano trovare soluzioni efficaci per garantire la salute dei cittadini della provincia di Ragusa.