La cappella dell’ospedale civile è spoglia, non ci sono addobbi e nessuna decorazione, per ricordare, come spiega Don Giorgio Occhipinti, direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, che in questo venerdì di passione non si può non ricordare tutta la sofferenza che ha patito Gesù e i peccati dell’umanità che ha preso su di se.
Il momento più importante della celebrazione è senza alcun dubbio la lettura della Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni, proclamata dal maestro Franco Cilia, insieme a Don Giorgio, i quali hanno fatto rivivere a tutti i fedeli presenti, ed in particolare ai malati e a tutti coloro che soffrono, il martirio di Gesù. Un passo, quasi al termine della lettura del Vangelo è significativo, quando Gesù dice…“Donna, Ecco tuo figlio!” …“Ecco tua madre”!(Gv 18,1-19,42). Il figlio di Dio, vedendo sua madre accanto a Giovanni, suo prediletto discepolo, affida ad entrambi il compito di vegliare l’uno sull’altro e in senso più ampio, Gesù, dona a tutti noi l’amore materno della Vergine Maria. Cilia, dopo la lettura, fornendo una chiara spiegazione dei suoi dipinti, si sofferma sull’ultimo, una delle tre stazioni della via Crucis, in cui, ai piedi di Gesù crocifisso è presente una maschera, quella del potere esteriore, che rappresenta il materialismo di cui noi tutti siamo schiavi oggigiorno, credendo che la vita sia eterna, arricchendola di molteplici futilità. Ma la vera vita, dice il maestro, comincia dopo la morte, nella casa del Padre, e, rivolgendo lo sguardo al suo quadro “Plana nell’aria”, che rappresenta il viaggio di Gesù verso Dio, la Resurrezione, e quindi la vittoria della Luce sulle tenebre, ci ricorda una profonda Verità: “Soltanto l’Amore vince sempre sul nero della morte”.
Don Giorgio, a proposito della Madonna, spiega che in tutti i Santuari Mariani è presente la Via Crucis perché Maria, il giorno successivo alla Crocifissione del Figlio, ha ripercorso tutto il tragitto che Gesù aveva fatto con la croce, fino ad arrivare al Sepolcro. Quindi Gesù nell’affidare a sua Madre il compito di vegliare su di noi, ci ha regalato un amore infinito che nemmeno la morte o il tempo potrà mai ossidare, ma soprattutto i tanti malati degenti all’Ospedale e le persone sofferenti, non saranno mai sole, se l’amore e la fede li accompagneranno nel loro martirio.