Ricordate la vicenda dei Carrubi di qualche tempo fa? Adesso a chiudere questo argomento, che per tanti giorni ha tenuto banco sui giornali, è arrivata una relazione della “Arte Orto Solar Energy s.r.l.”, supportata dall’Associazione Ambientalista “FareAmbiente”. Innanzi tutto, viene messo in evidenza che i carrubi sono stati spostati lungo le zone limitrofe delle chiuse. La ditta, adempiendo all’art. 14 “Paesaggio Agrario”, lettera B) capoverso b.1), del Piano Paesaggistico della Provincia di Ragusa che recita: paesaggio del carrubo e dei muretti a secco: in considerazione del ruolo predominante ed insostituibile del carrubo nel paesaggio culturale ibleo, nonché dei muretti a secco testimonianza della trama storica dell’enfiteusi, in tutta la provincia iblea è vietato:- estirpare i carrubi esclusi quelli di nuovo impianto (da 0 a 5 anni); solo in casi eccezionali e quando sia tecnicamente garantita la sopravvivenza, è possibile spostare,assicurando comunque la permanenza nel medesimo luogo, le essenze tutelate. In considerazione dell’immagine unica del paesaggio ibleo, l’operazione richiede l’autorizzazione della competente Soprintendenza in tutto il territorio, anche nelle zone non vincolate; è stata autorizzata dalla Soprintendenza di Ragusa all’espianto e successivo reimpianto dei carrubi che ricadono in C.da Casuzze Finaiti e in C.da Cozzo Fave. Come detto dalla relazione congiuntamente all’autorizzazione suddetta, è stata ottenuta l’Attestazione dal Dipartimento Regionale Aziende Foreste Demaniali Ufficio Provinciale di Ragusa che le tecniche di espianto e successivo impianto sono idonee ad assicurare l’attecchimento e la ripresa vegetativa delle piante.
Le pratiche tecniche, fitosanitarie e agronomiche seguite, sono risultate ottimali per l’attecchimento e la ripresa vegetativa delle piante. Viene posto anche l’accento sulla soluzione tecnologica scelta, che risulta compatibile con la qualità delle produzioni. Rientra nell’ottica di sostenibilità ambientale e soddisfa a pieno il concetto di multifunzionalità dell’agricoltura. Ogni KWh prodotto mediante sistema a generazione fotovoltaica consente di ridurre la quantità di CO2 contribuente all’effetto serra pari a 0,531 Kg. Ipotizzando una produzione media annuale alle nostre latitudini, pari a circa 1.500 KWh con un impianto di potenza nominale di 1KWp, si può affermare che la quantità di CO2 non emessa in un anno sia pari a 796 Kg. Supponendo che la vita utile dell’impianto sia pari a 25 anni, complessivamente l’intervento porterà ad un risparmio pari a 796 x 25 = 19.900 Kg di CO2. Un albero di grossa taglia ogni anno fissa circa 150 Kg di CO2 dall’atmosfera attraverso la fotosintesi clorofilliana. Pertanto un solo pannello della potenza nominale di 190 W comporta la stessa riduzione di CO2. Questa relazione per il Coordinatore Provinciale di FareAmbiente Salvatore Mandarà rappresenta la conclusione definitiva. “Sono state dette tante parole. Sono state lanciate accuse, su accuse, ma adesso è arrivato il momento di porre fine a questa vicenda. I carrubi sono stati piantumati, sono state seguite tutte le procedure, ma soprattutto viene prodotta energia elettrica senza inquinare. In questo polverone che è stato creato, si è omesso proprio questo aspetto. Queste autorizzazioni certificano la correttezza della procedura, ma a fugare ogni dubbio sono questi carrubi che appaiono ancora più rigogliosi rispetto a prima. Il risultato non è disastroso, come lo scenario che altri configuravano, ma positivo. Mi stupisce come nessuno abbia speso parole per difendere questa realtà che è all’avanguardia con la tecnologia odierna e che rappresenta un esempio da seguire, ma soprattutto nessuna difesa è venuta da chi gode poi dei fondi di compensazione, grazie ai quali è stato permesso di fare tanto per il paese”.