C’è sempre più tensione attorno alla vicenda che riguarda i due marò italiani, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, accusati di aver ucciso due cittadini indiani in acque internazionali, credendo fossero pirati. I due militari, appartenenti al reggimento San Marco della Marina militare, si trovavano sulla petroliera “Enrica Lexie” nell’ambito di un programma delle Nazioni Unite per la lotta alla pirateria. Dopo la carcerazione decisa dal Tribunale indiano, evitata per fortuna dall’intervento della diplomazia italiana in India e dal ministro degli Esteri Giulio Terzi, è di queste ultime ore la notizia dell’ennesimo rinvio per decidere sulla giurisdizione del caso. “In una situazione del genere che non ha ancora visto la risoluzione del caso – dichiarano i consiglieri comunali del Pdl Andrea Nicosia e Giovanni Moscato – riteniamo che, per mostrare la vicinanza a questi due militari italiani impegnati in missioni internazionali, l’Amministrazione comunale di Vittoria debba provvedere ad esporre fuori da palazzo Iacono un manifesto recante la foto dei due militari, sulla scia di quanto fatto finora da numerosi comuni italiani. Questa scelta assume ancor più rilevanza alla luce della campagna mediatica contro i militari italiani che si sta alimentando in India, come ci raccontano fonti giornalistiche”.
“Anche i parlamentari italiani in Europa – proseguono Nicosia e Moscato – di tutti gli schieramenti politici, hanno manifestato il proprio dissenso circa l’inerzia dell’Alto rappresentante per gli affari esteri europei ed hanno presentato interrogazioni per comprendere quali interventi intenda assumere dato che già giorni fa è stato chiesto all’Europa di intervenire, anche se fino ad oggi si registra un nulla di fatto. E’ necessario che anche gli enti locali tengano alta l’attenzione sulla questione che vede – concludono Nicosia e Moscato – due servitori dello Stato italiano, trattati in India come due delinquenti comuni per fatti la cui competenza non è della giurisdizione indiana. L’Italia dev’essere unita, i due militari italiani, qualora colpevoli, dovranno essere processati in Italia”.