La canoa, una tenda, un materassino, un sacco a pelo, un cane come compagno di viaggio e la voglia di scoperta lungo un viaggio che è iniziato ma che non sa ancora quando finirà. E’ partito a bordo della sua canoa nel 2011 da Barcellona, per viaggiare lungo le coste della penisola iberica. Ma quel viaggio vicino casa si è ben presto trasformato in un lunghissimo viaggio lungo le coste del Mediterraneo. E’ il viaggio in mare di Sergi Rodriguez Basoli, 32enne spagnolo (catalano tiene a precisare) che in questi giorni, a bordo del suo kayak, è approdato lungo la costa iblea, al porto turistico di Marina di Ragusa qualche giorno fa e adesso a Pozzallo, proseguendo dunque le sue tappe in Sicilia dopo aver navigato tra le coste di Francia, Liguria, Corsica, Sardegna e Calabria.
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Faceva l’ingegnere ma ha deciso di intraprendere questo viaggio e non si è mai più fermato, trovando l’accoglienza di tanti sconosciuti ben presto diventati amici. Unico compagno di viaggio è un cane di piccole dimensioni, dal nome Nirvana, un randagio che ha trovato in Sardegna e che lo accompagna lungo la “Rumbo Mediterraneo”, ovvero la rotta del Mediterraneo. “Per adesso mi piace così e dunque proseguirò. Poi vedrò. A Natale torno dai miei. Lascerò la mia canoa al porto di Pozzallo, ho avuto la disponibilità della Lega Navale, e tornerò a Barcellona, ma poi riprendo il viaggio”, dice Sergi. Oltre a vendere collane cerca di fare vari lavori, come l’insegnante di lingua spagnola per bambini (l’ha fatto in Toscana) o la sua “vecchia” professione di ingegnere attraverso internet e videoconferenze.
Adesso ha ottenuto la promessa di sostegno anche da alcuni sponsor. Ma cosa ti resta di questo viaggio? “Innanzitutto un cane – spiega sorridente il giovane navigatore – e poi soprattutto tanta Italia, perché sono ormai tre anni e mezzo che giro lungo la costa italiana, ho imparato la lingua, ho conosciuto tanta gente, ho scoperto tante calette e poi è un viaggio che mi rafforza individualmente visto che non è certo un viaggio fatto nel lusso ma mi arrangio facendo sport, pesca, immersioni e realizzando delle collane con delle conchiglie che ho trovato lungo il mio viaggio”.
Ma c’è soprattutto un messaggio che lancia: “Ammiro il lavoro che fa la Fondazione Oceana, che è americana. Studiano il mare, il Mediterraneo, e analizzano i vari punti critici. Io non mi sento un attivista ma ho visto che c’è in giro tanta spazzatura nelle spiagge e nel mare. In ogni Stato in cui sono faccio un report e scrivo una lettera al ministro dell’Ambiente affinché si prendano i dovuti provvedimenti”.
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