Ingegnere informatico di giorno, volontario della Croce Verde di notte. L’ingegnere modicano Vincenzo Petriglieri ci racconta la sua Milano ai tempi del coronavirus.
Angeli in corsia. Eroi in prima linea. Volontari straordinariamente coraggiosi. L’Italia è anche questa, fatta di donne e uomini che ogni giorno lottano contro la pandemia del coronavirus. Nella “Milano da bere” in questi anni sono migrati tanti giovani talenti dal sud Italia. Ragazzi e ragazze che hanno salutato le loro case, i loro affetti più cari alla ricerca della felicità fatta di lavoro e consacrazione. Ma la Milano di oggi è una città in piena emergenza e ferita a causa del virus Covid19. Sono tanti i racconti, le storie di resilienza e di coraggio di medici, infermieri e volontari che rappresentano la parte più bella d’Italia. Oggi per esempio vi raccontiamo la storia dell’ingegnere informatico Vincenzo Petriglieri, modicano di nascita e che da diversi anni lavora a Milano per la Avanade, una grossa multinazionale del settore digitale. Ebbene dal 2016 l’ingegnere informatico Petriglieri è entrato a far parte, come volontario, della Croce verde A.P.M. di MILANO, una delle prime associazioni di volontariato milanese.
Così gli abbiamo chiesto di descriverci il suo lavoro, e il lavoro dei suoi colleghi volontari, di questi ultimi mesi.
“Al contrario di come si dice Milano è una città che sa accogliere. Fin dai miei primi giorni sui Navigli ho sentito questa città molto solidale. Ci sono sempre stati piccoli gesti di ringraziamento da parte dei cittadini verso i volontari, dal caffè offerto a piccole donazioni alle associazioni. In questo periodo poi la solidarietà che si vive è una cosa indescrivibile e che mi emoziona tanto, per noi volontari della Croce Verde di Milano infatti non mancano in questo periodo colazioni pagate o pranzi e cene offerti gentilmente dai ristoratori e consegnati a domicilio presso la nostra centrale. In questo periodo ci sentiamo tutti parte di una città che si fa forza, anche la comunità cinese per esempio, un delle più importanti d’Europa, pochi giorni fa ci ha donato delle mascherine e dei guanti protettivi. Una città piegata ma che non si arrende”.
Il lavoro in prima linea di tutti i volontari, medici e infermieri non verrà di certo dimenticato. Ma anche i professionisti sanitari non dimenticheranno questo periodo. “Una cosa negativa e che mi colpisce molto è la paura negli occhi delle persone quando interveniamo e gli dobbiamo comunicare che devono necessariamente venire in ospedale insieme a noi, anche perché siamo vestiti come dei marziani e non è una cosa facile da vedere e capire. C’è molta paura. Ma noi siamo preparati a superare anche questo”.
L’ingegnere informatico e volontario della Croce Verde di Milano Vincenzo Petriglieri nella nostra breve chiacchierata ci tiene a sottolineare che non si sente minimamente un eroe, il suo lavoro, e quello dei suoi colleghi, fa parte della scelta di vita e che quindi questa emergenza va affrontata. “Niente scuse, abbiamo il dovere di proteggere tutti. Per questo il mio invito ai miei tanti amici modicani è quello di restare a casa per il bene di tutti”, e aggiunge, “se c’è una cosa che non sopporto sono le innumerevoli stronzate e fake news su questo periodo”.
Alla fine di questa intervista non poteva mancare un saluto ai suoi genitori modicani. “La prima cosa che farò quando tornerò a Modica? Semplice, fare una bella infornata di “scacce” insieme a tutta la mia famiglia!”