Vittorio Fortunato, la mamma biologica parla a Le Iene. La mamma adottiva: “La decantazione affettività in comunità sarebbe errata”

Domani, martedì 21 novembre, in prima serata su Italia1, nuovo appuntamento con “Le Iene” condotto da Veronica Gentili con Max Angioni. Durante la puntata il programma tornerà a parlare di Vittorio Fortunato. Con Alice Martinelli si ripercorrerà il triste fatto di cronaca accaduto a Ragusa nel 2020, dove il bimbo appena nato fu ritrovato davanti un negozio  e dopo pochi giorni fu dato in affido. E’ la storia appunto di Vittorio Fortunato.

La controversia giuridica

Nel servizio in onda domani, la mamma biologica chiede che le venga restituito il figlio perché portato via contro la sua volontà. Intanto da tre anni è in corso una battaglia legale tra lei e i genitori affidatari che culminerà il 28 dicembre, giorno in cui la Corte di Cassazione dovrà pronunciarsi e decidere se lasciare il piccolo con la famiglia che lo ha cresciuto o riaffidarlo alla mamma naturale.

Parla nuovamente la mamma affidataria

Ed intanto la mamma affidataria, come vi abbiamo già raccontato nel nostro articolo di ieri, torna a parlare, a ribadire che è ancora insieme a Vittorio Fortunato, che chiama “Miele” e a chiedere a tutti di riflettere sul bene futuro del piccolo, ormai stabilmente inserito nella famiglia affidataria.

“Non saremmo mai tornati a parlare se non fossimo stati costretti, ancora una volta, dalle circostanze; se non ci fossimo scontrati con le violazioni nette e caparbie di alcune testate giornalistiche e televisive che hanno diffuso la notizia dell’allontanamento di nostro figlio presso una struttura con équipe specializzata al nord Italia e hanno poi ignorato le reiterate richieste di smentita. Miele è nella sua casa, con la sua famiglia” ribadiscono i genitori.

No alla decantazione affettività in comunità

Nel chiedersi il motivo della diffusione della notizia dell’allontanamento del bambino verso una comunità, notizia che era stata rilanciata dal quotidiano La Repubblica ma che adesso viene dunque smentita tramite un comunicato diffuso dall’agenzia Ansa, i genitori proseguono così parlando anche di un documento dell’Autorità Garante sull’infanzia e l’adolescenza sulla decantazione affettiva: “A nostro supporto anche il documento dell’Autorità Garante sull’infanzia e l’adolescenza sulla decantazione affettiva: “In una delle testimonianze viene riferita la decisione del Ctu e del tribunale di inserire il minorenne in struttura per un periodo di “decantazione affettiva”. Ebbene, riteniamo di dover dire con chiarezza che il persistere di tale prassi sia assolutamente da contrastare in quanto priva di motivazioni scientificamente fondate e dannosa per il minorenne che si trova a subirla. Le conoscenze disponibili sulla relazione di attaccamento – sottolineano i genitori affidatari – evidenziano con chiarezza che vivere in un contesto meno ricco di relazioni affettive pregnanti e privilegiate, non è di alcuna utilità per il minorenne, privandolo di un nutrimento emotivo di cui ha assolutamente bisogno”.

La coppia ha lanciato anche una petizione online sul portale Change.org “Lasciate Miele con la sua mamma e il suo papà” che ha già raccolto quasi 28mila firme.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it