E’ una giornata molto particolare per quanto riguarda il tema dei voli in Sicilia. Da un lato, la notizia che Aeroitalia effettuerà dei nuovi collegamenti dalla Sicilia. In particolare, le tratte riguardano Catania-Milano (Bergamo) -Catania (al via dal 27 marzo); Palermo-Roma-Palermo (dal primo giugno); Catania-Roma-Catania (dal primo ottobre); Catania-Forlì-Catania (dal 31 marzo); Trapani-Forlì (dal 15 giugno); Lampedusa-Bergamo (dal 3 giugno). Per i collegamenti con Roma sono previsti 6 voli giornalieri (3 da Palermo e 3 da Catania) all’andata e altrettanti al ritorno, dal lunedì alla domenica.
Tutto molto interessante e sicuramente importante, ma come sempre nessuna rotta è stata prevista per l’aeroporto di Comiso (o aeroporto degli Iblei, come in effetti dovrebbe essere chiamato). Perfino Trapani, che è un aeroporto molto piccolo così come Comiso, beneficerà di una rotta, quella per Forlì, ma il nuovo vettore non ha previsto niente per la provincia di Ragusa. E tutto questo arriva in una giornata particolare: l’amministratore delegato di Ryanair, Eddie Wilson, ha dichiarato che la continuità territoriale costituisce un “modello obsoleto”, che “favorisce solo le compagnie con problemi e che hanno bisogno di fondi”. Con buona pace di tutti i siciliani che da anni cercano aiuto proprio nella continuità territoriale, onde evitare di doversi vendere un rene per viaggiare, soprattutto durante le festività. Pietra tombale della maggiore compagnia low cost, dunque, sulla questione.
Naturalmente, Ryanair porta acqua al suo mulino, dato che per loro a coprire il vuoto della continuità territoriale possono essere le low cost. A parere loro, infatti, Sicilia e Sardegna sono sufficientemente coperte.
Sicuramente è vero per quanto riguarda buona parte della Sicilia, ma non certo per Comiso. In ogni caso, durante il periodo natalizio, più volte è stata denunciata l’incredibile vicenda di tanti siciliani che hanno dovuto spendere anche 500 euro per un biglietto aereo e poter così trascorrere le festività a casa.
Infine, dopo l’annuncio del nuovo vettore Aeroitalia e praticamente il non interesse alla continuità territoriale da parte di Ryanair, arriva un’altra notizia, stavolta che riguarda Comiso (finalmente), dato che in tutte queste vicende è un perfetto personaggio in absentia. Un attore non protagonista, se vogliamo. Il presidente Schifani, infatti, ha annunciato esattamente queste parole: “Vedo Comiso come un grande aeroporto del cargo, la Regione farà la sua parte. Integrerà la parte logistica e metterà dei magazzini. Noi guardiamo a Comiso con grande interesse. Consentirà alla nostra economia di esportare in tutto il mondo i loro prodotti, in futuro si vedrà sulla privatizzazione”. Una notizia che va in controtendenza rispetto a quanto si era appreso a settembre 2022, cioè che il progetto cargo era sostanzialmente arenato.
Insomma, sotto il cielo c’è una grande confusione e un’unica certezza: nessuno sa bene cosa farne dell’aeroporto di Comiso. Ogni tanto, dato che ci troviamo già in clima elettorale, arriva qualche annuncio di rilancio, più o meno plausibile. Poi, il nulla assoluto per anni. E così, in un’infinita altalena di proclami, scommesse perse e di disinteresse, l’aeroporto degli Iblei continua a essere un gigante sonnecchiante. Avrebbe potuto dare molto. Di lui, ci prendiamo solo le briciole.